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Caro Max, tu quieto non sai stare. Lascia stare Mazzarri e Montella, e pensiamo al campionato

Noi tifosi siamo fatti così. Non possiamo stare tranquilli. Abbiamo bisogno sempre di un osso da rosicchiare. Di un’ansia da vivere. Di una polemica da innescare. E se proprio non c’è nulla di nuovo sotto il sole ci inventiamo qualche cosa.

Ho saputo che Lavezzi va all’Inter? Me lo ha detto mia suocera che va dalla stesso parrucchiere della zia di Cannavaro…

Apriti cielo. Diecimila post. Contrari, favorevoli, disperati, eccitati …

La penna magica di Max non sfugge a questa regola. Il giovanotto non sopporta la noia. L’assenza di novità eccitanti. L’attesa. Ricordate Giovanni Drogo, il protagonista de Il deserto dei tartari? Chiuso in una fortezza in attesa di qualche cosa che deve accadere e non accade mai. On i soldati che montano la guardia. Aspettando nemici che devono arrivare. E non arrivano mai. Ebbene Max al posto di Drogo sarebbe impazzito. Così non trova di meglio che sparare un inciucio su Mazzarri che parte e Montella che sbarca.

E butta giù un pezzo brevissimo. Fulminante. La sintetica piece è gradevolissima. Zeppa di raffinatezze semantiche. E di influssi letterari. L’introspezione psicologica richiama Dostoevskij e Schnitzler. La sociologia della gestione aziendale ti fa pensare a Il responsabile delle risorse umane del grande Yehoshua. Per chiudere planando sui classici. Quando il pathos dell’incertezza di uno struggente vorrei ma non posso evoca Amleto. O, perché no, Ovidio con il suo motto nec tecum nec sine te vivere possum.

Max ma perché non cerchiamo di stare quieti fino al termine del campionato?

Quando poi dati alla mano potremo fare bilanci oculati e sereni.
Guido Trombetti

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