Se ci fosse una logica, Walter Mazzarri dovrebbe restare. Glielo chiede il meglio della città pensante, dirigente e informante. E credente – a proposito, fa piacere che la chiesa abbia rimosso le sue idiosincrasie per l’illuminismo, non risultava, ma siamo ignoranti noi. L’appello del Cormezz alla città è una cosa seria per i nomi che ci sono dentro, perché, oltre loro, Napoli ha ancora qualcosa ma non moltissimo, fra i giovani e la cultura digitale, ma insomma loro vanno bene.
Lascia qualche piccolo dubbio la “ragione”, nel senso della “ratio” che lo contraddistingue. Partiamo proprio dal metodo: insomma un passo indietro da D’Alembert a Cartesio. Perché se dovessimo stare al merito, il discorso sarebbe chiuso. Prego, un minimo di attenzione, in cambio si garantisce sintesi.
Il merito della questione è che da un anno l’allenatore del Napoli dice di voler andar via (“l’anno sabbatico”). L’ha detto perfino quando non doveva, prima di qualche match chiave poi perso, come documentato dal Napolista.
Il merito è che quando in un gruppo di lavoro i rapporti personali sono consumati, il dipendente se ne va e il padrone resta, ed è questa la situazione del Napoli – e oltretutto Mazzarri è a fine contratto.
Il merito è che già due anni fa l’allenatore del Napoli ha messo in scena questo psicodramma (titolo: voglio andare alla Juve, brutti stronzi).
Il merito è che sarebbe bello averlo in panchina per le sue idee di calcio, ma forse è lui a voler lasciare una piazza alla vigilia di un anno con aspettative altissime e mezzi ancora più ridotti.
Ma il merito è – e la faccio finita – che Mazzarri se ne va in modo caotico, lasciando squadra e gestione tecnica pressocché allo sfascio con tempi di recupero ridotti all’osso.
Ah ma non è di questo che volete parlare, vero? L’appello è “metasportivo”. Avrei preferito che fosse metà sportivo e metà politico culturale. Sarebbe stato più facile venirne a capo, ci sarebbero state meno emozioni in ballo. Ma è per intero la seconda cosa. Il vostro punto è chiaro: Mazzarri è la virtù civile e professionale che a Napoli manca.
I paragrafi precedenti hanno tentato – temo invano – di dirvi che non è così nel merito. E allora bisogna tornare al metodo.
Voi vi avvicinate al calcio partendo da un “prius” filosofico, “ideologico”, che tutto guasta. Voi non ammettete di essere tifosi, come qui al Napolista noi tutti ci confessiamo e da qui partiamo per le nostre analisi – visto che riteniamo il tifo un punto di forza da non nascondere. Voi pensate che si debba mettere sopra una scelta aziendale, di mercato, tecnica, il cappello del vostro prius civile, che è come comprarsi un’automobile rotta, non riparabile, ma solo perché ci ricorda i tempi della gioventù.
Abbiamo quasi tutti la stessa età e quindi non offendetevi se ve lo dico: denunciate la vostra formazione e la vostra età così facendo. Voi mettete l’opzione ideologica prima del merito sportivo e industriale della questione.
Ora figuratevi se noi, tifosi marci, vogliamo negarvi un moto di tifo. Viviamo di questo. Ma il massimo che possa derivare dalla vostra firma è che a un tavolo di trattativa, se ce n’è ancora uno attivo, la posizione di Mazzarri si rafforzerà. Ma, uh dimenticavo, voi dite di perseguire un fine “metasportivo”.
Onestamente non si capisce perché il fine metasportivo non debba coincidere con il “bene aziendale” del Napoli. Che è fatto di soldi e risultati. De Laurentiis non è figura che culturalmente vi piace, lo so. Eppure è lui l’autore di questa rinascita. E’ lui che ha portato questa squadra, e il nome che la lega alla città, ai vertici del calcio italiano. E lui rimarrà dopo che un dipendente che ha fatto bene se ne sarà andato solo perché è a fine contratto. Se volete un eroe, “endorsate” il Dela. L’antipatico, egoista, paraculissimo Dela.
Insomma, per favore, scendete dal cielo dell’ideologia e diventate cultura sportiva. Di illuminati che predicano obiettivi impossibili alle plebi è piena la storia di Napoli dallo sventurato 1799. Altrimenti si parla sempre d’altro. Magari del sindaco: a proposito, manca la sua firma (è interista, si sa)
Vittorio Zambardino
p.s.
un mio amico psicanalista dice che nella virtù di Mazzarri voi mettete l’odio per la passione plebea, scostumata e impresentabile di Diego. Gli ho detto che è un cattivo pensiero e che la smettesse.