ilNapolista

Le straordinarie avventure di Lady Edy, la nuova webnovela

La bella Edy lavora come donna di servizio in casa di don Aurelio, un vecchio conte decaduto. La passione dell’uomo per lei e 63 scudi

Le straordinarie avventure di Lady Edy, la nuova webnovela

Servono 63 scudi

Riassunto delle puntate precedenti. Metà Settecento. Edy, bella e semplice ragazza sudamericana, lavora come donna di servizio in casa di don Aurelio, un vecchio conte decaduto. L’uomo ha una passione nascosta per lei, se ne è innamorato, inizia a corteggiarla, ma la ragazza lo respinge per via della differenza d’età. “Devo crescere”, gli ripete a ogni proposta. I due allora sottoscrivono un patto: Edy sarà libera di maritarsi con chi vorrà, se il suo sposo porterà in dote al conte Aurelio 63 scudi. Non uno di meno.

Edy chiuse la porta della camera e provò a lasciarsi alle spalle affanni e pensieri. Non ci riuscì. Si ritrovò di fronte allo specchio del suo boudoir e per la prima volta intuì una ruga intorno agli occhi. All’improvviso fece la conoscenza della paura del tempo che passa, lei che da un po’ non desiderava altro, che i giorni corressero via, veloci, velocissimi, per fuggire finalmente dalla casa del conte Aurelio.

Era sfinita, ma sentiva che avrebbe trovato la forza per continuare a lottare. Lady Edy è in piedi, ripeteva a se stessa, rapida, come uno scioglilingua, Lady Edy è in piedi. Socchiuse gli occhi. Le vennero alla mente tutti gli uomini che negli ultimi tempi le avevano lanciato sguardi languidi e ammiccanti, uomini che lei sperava un giorno l’avrebbero strappata alle attenzioni del conte Aurelio.

Quel José, intanto. Ah quel José, così speciale, felice, sempre vestito di blu, inviso all’aristocrazia del paese per i suoi modi arroganti e barbari, quel José che le faceva battere il cuore al ricordo della sera in cui nel salone delle feste del castello del conte gli aveva sentito dire, sfrontato, la voce alta, “non sono un pirla”. Oppure quel Carlos così a modo, un po’ di pancetta, d’accordo, ma oddio cosa importa, quel Carlos che aveva girato l’Europa, che conosceva il mondo, Milano, Londra, Parigi, ora diceva di volersi trasferire a Madrid, chissà come sarebbe stata la vita accanto a lui. Madrid, ci pensi mai a Madrid.

Lady Edy sì, ci pensava, mentre sgranava fra le dita il rosario, pregava e sognava, sognava e pregava, impastava orazioni e desideri, “alla sua ombra desiderata mi siedo, è dolce il suo frutto al mio palato, mi ha introdotto nella cella del vino, e il suo vessillo su di me è amore”. Si fermò quando udì un rumore alla porta, i passi del conte Aurelio, la sua presenza nelle camera. “Mi avete spaventata”, bisbigliò dimenando per l’aria i suoi boccoli neri, ancora con le braccia e gli occhi levati in preghiera verso il cielo. Aurelio avanzò, si sistemò alle sue spalle per poterne odorare il profumo che si levava dal collo. “Allora, avete pensato alla mia nuova proposta?”, le chiese. Sposarlo. Subito. Senza aspettare che arrivasse chissà da dove un marito con la dote di 63 scudi.

Lady Edy si rifugiò dietro la risposta che dava da mesi. “Devo crescere, messere”. E con la sua riconosciuta eleganza, con la forza delle proprie nobili radici nel Regno di Napoli, con l’autorevolezza che gli veniva dal consenso maturato fra il contadiname, il conte Aurelio rispose: “Gnente, nun te capisco, ma chi t’haddetto che nun poi crescere qua commé?”.
(continua)
Il Ciuccio

*ogni riferimento a fatti e personaggi reali è puramente voluto

Il conte Aurelio accarezza il sogno di sposare Lady Edy

L’ultima puntata di Lady Edy, la fine del feuilleton

ilnapolista © riproduzione riservata