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Cari criticoni, vi informo che Benitez è un osso duro. E, caro pubblico, è ora di fare un salto di qualità

Eccoli, hanno rincominciato. I soloni che imperversano nei salotti televisivi e radiofonici non aspettavano che questo: una bella sconfitta del Napoli, e via tutti a picchiare sullo scouting inadeguato, sulla squadra incompleta, su Duvan che è peggio di Vargas e il presidente che non ha accontentato Benitez. Per carità, anche io avrei preferito qualche pedina in più, magari un difensore e un attaccante. Ed è vero che all’Emirates, per la prima volta, il Napoli di Rafa è sembrato inadeguato rispetto all’avversario. Ma un conto è guardare le partite, criticare, anche fischiare quando sei allo stadio, ma solo alla fine, non al primo passaggio sbagliato come è accaduto contro il Sassuolo. Altra cosa è approfittare di una brutta prestazione per cominciare l’opera di demolizione sistematica della squadra e della società. Pensateci, l’anno scorso il Napoli è arrivato secondo, ha disputato un grande campionato eppure, complici il broncio perenne di Mazzarri e il bullismo agonistico di Cavani, non ce la siamo goduta affatto. Adesso abbiamo un grande allenatore, un bella squadra, un paio di calciatori di assoluto livello. Forse non vinceremo lo scudetto, potremmo anche uscire dalla Champions. Ma almeno siamo lì che ce la giochiamo. In questo anche il pubblico deve fare salto di qualità. Un ambiente compatto, Juve e Milan insegnano, fa più paura anche al palazzo. «Si vince alla fine», ha ricordato Benitez. Quanto ai soloni dei salotti, forse non hanno ancora capito una cosa: Rafa è arrivato terzo in Premier con il Chelsea, vincendo anche l’Europa League, disputando tutta la stagione con la piazza che lo ricopriva d’insulti per il suo passato al Liverpool. Mi sa che avete trovato un osso duro.
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