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La preparazione atletica di Benitez spiegata ai tuttologi dei salotti tv

Un fantasma si aggira per i salotti tv napoletani. La preparazione atletica. Tutti ne parlano, tutti ne sanno. Tanti si dicono certi di saperne più di chi ne ha fatto il suo lavoro. Prendiamo Benitez. Nei salotti tv napoletani c’è chi è convinto che Rafa abbia sbagliato la preparazione. Lo sanno già, fin da adesso. Con 6 vittorie e 1 pareggio. Come fanno? Gesù, lo sanno perché lo sanno. Perché le ripetute, le corse nei boschi, dai, è sempre stato così. Perché il calcio è immutabile. Ma noi fermiamoci un attimo. Tanto noi in tv non ci andiamo. Un attimo solo. E pensiamo. Come si allenano i ciclisti? Risposta: in bicicletta. Finanche la cosiddetta preparazione a secco (cioè la fase in palestra, la parte atletica) si fa sui rulli, sulla bicicletta senza ruote, per simulare le condizioni di corsa e il gesto. E come si allenano i pianisti? Risposta: sul pianoforte. Eseguendo la scala maggiore, la scala minore melodica, la scala minore naturale, la scala minore armonica. Ma quando c’è il calcio di mezzo ci meravigliamo che non si vada nei boschi o in palestra e che si stia di più in campo con il pallone. Anche se così fanno nel basket, nella pallavolo, nel rugby. Si fa nel tennis. Il calcio no: il fondo, si dice, Benitez non ha fatto il fondo. Non li ha fatti correre nei boschi. Crolleranno. Anche Benitez ha vinto quel che ha vinto. Anche se l’anno scorso il Chelsea ha portato Oscar e Mata, 80 e 74 partite giocate nell’arco della stagione, alla finale di Confederations Cup.
Il punto è che mentre il calcio evolve, i suoi osservatori, noi, non lo facciamo. Viviamo di retaggi. L’idea che l’uomo sia l’unione di due ambiti separati, da una parte il corpo e dall’altra la mente, è superata dal punto di vista neuroscientifico. Perciò dividere l’aspetto quantitativo dell’allenamento (la corsa) dall’aspetto qualitativo (il pallone) non ha più senso. Non dico che criteri come forza, resistenza e velocità non esistono più. Sono aspetti di uno stesso fenomeno. Allenarsi senza pesi non significa allenarsi peggio, ma in maniera diversa. Ogni differente esercitazione con la palla sollecita la forza o la resistenza, la velocità o la coordinazione. Un tempo si parlava di distribuzione dei carichi di lavoro. Scientificamente non è più un dogma. Oggi si parla di organizzazione. Lo scopo è non arrivare stanchi alla gara, il picco di lavoro deve essere lontano. Ovvio che se giochi ogni tre giorni, il picco di lavoro non c’è quasi mai. Deve esserci allora un’organizzazione che preveda riposo, recupero, integrazione e prevenzione.
Come si fa. E’ dal 2001 che risulta provato come le capacità aerobiche dei calciatori possono essere migliorate attraverso quelli che si chiamano small-sides games, detti SSGs. I giochini di Benitez, e per intendersi pure di Garcia, toh, i primi due in classifica. I giochini SSGs hanno lo stesso impatto scientifico di 4 ripetute ogni 4 minuti. Uguale. Se posso banalizzare, non è nelle gambe o nei muscoli che si mette la benzina, ma nelle frequenze cardiache. Gli stessi risultati si ottengono quando nei SSGs la frequenza cardiaca raggiunge il 90% di quella massima. E succede con esercitazioni di 4 minuti palla al piede, su campo di dimensioni ridotte, cinque contro cinque, o meno, quattro contro quattro, tre contro tre. Uno dei primi a scrivere saggi su questo metodo è stato David Platt, l’ex giocatore di Bari, Juve e Sampdoria.
Le controindicazioni. Ce ne sono, ovviamente. Sono due. La prima. Non è un lavoro adatto al giorno seguente la partita, quando i muscoli sono affaticati e il recupero è incompleto: accelerazioni e decelerazioni sarebbero tossiche. La seconda. Nei giochi in spazi ridotti può capitare che i giocatori più dotati di capacità aerobica non raggiungano il famoso 90% della soglia cardiaca. Le ricerche recenti hanno stabilito chi siano quelli a rischio. In genere: i laterali di centrocampo, i giocatori dotati di grande corsa e quelli molto dotati tecnicamente, che nei giochini SSGs non hanno bisogno di spremere il fisico. Basta rimanere sotto l’85% della frequenza cardiaca massima per essersi allenati male. Nel Napoli, per intenderci, la preparazione di Benitez può “sotto-allenare” gente come Maggio, Zuniga e Hamsik. E qui entra in campo il lavoro di integrazione. Chi non raggiunge la soglia, si becca le ripetute.
Mo’ però io penso una cosa. E la penso dopo aver scritto questo papiello e guardando i salotti tv. Ma se tutto questo lo so io, un povero ciuccio, volete che non lo sappia Rafa Benitez?
Il Ciuccio

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