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Behrami come Andropov (e Hamsik): sparirà nella comunicazione sovietica del Napoli

Torniamo a ripeterlo: la comunicazione non è il punto forte della società calcio Napoli. Non lo è mai stata e probabilmente mai lo sarà. La struttura societaria – che in realtà è una ditta individuale – non lo consente. Non c’è una reale suddivisione delle responsabilità. Nulla si muove senza il placet del Capo.
E succede così che la comunicazione del Napoli può essere considerata la cosa più somigliante a quella dei paesi del socialismo reale. Dove persino le morti dei capi di Stato rimanevano avvolte nel mistero per giorni: la notizia veniva data alcuni giorni dopo lasciando sempre ombre e incertezze.

È quel che sta avvenendo per la gestione mediatica degli infortuni. Ne abbiamo già scritto a proposito di Hamsik (soprattutto) e di Zuniga. E sui social siamo stati abbondantemente criticati. Il tifoso, o almeno alcuni i tifosi, ama la comunicazione di stampo sovietica. Il tifoso in realtà preferisce non sapere. Vuole fidarsi ciecamente del verbo societario. Per certi versi lo vorremmo anche noi ma poi non riusciamo a non porci alcune domande.

Che cosa ci voleva a dire sin da subito che Hamsik sarebbe stato fermo due mesi? Perché, lo ricordiamo, Hamsik non gioca dal 23 novembre. Il suo infortunio è rimasto avvolto nel mistero. Così come misteriosa è apparsa la gestione del caso Zuniga: operato dopo un rinnovo faraonico del contratto. L’unica frase che è scappata al Politburo di Castelvolturno fu quella di De Laurentiis alla radio ufficiale: “meglio che non parli di Zuniga”.

Ce la possiamo immaginare tutti la reazione del presidente alla notizia dell’intervento dopo aver firmato un contratto da quattro milioni all’anno. Nessuno di noi avrebbe voluto vestire i panni del dottor De Nicola.

E ora siamo di fronte al caso Behrami. Per il Napoli non ha alcuna frattura a un dito del piede. Eppure resterà fermo, pare, dalle sei alle otto settimane. Circostanza che rende plausibile l’improvviso inserimento nella corsa a Nainggolan. Nulla sappiamo ufficialmente e nulla sapremo. A questa lista ora si aggiunge Reina, per il quale forse il caso è più semplice: aveva noie muscolari e probabilmente è stato azzardato schierarlo a Cagliari. E ora dobbiamo aspettare. Quanto, ovviamente, non si sa. In attesa di una perestrojka della comunicazione.
Massimiliano Gallo

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