Se torno a nascere, voglio essere Aurelio De Laurentiis

Per la collana degli “Elogi” dell’editore Tullio Pironti, sono in libreria due volumetti di Mimmo Carratelli: “Elogio di De Laurentiis” ed “Elogio di Cristiano Ronaldo”. Nella collana, Carratelli ha già scritto gli Elogi del pibe, di Valentino Rossi, di Cassius Clay, di Mourinho, delle Primarie. Vi proponiamo l’inizio del volumetto dedicato a De Laurentiis. “Poiché […]

Per la collana degli “Elogi” dell’editore Tullio Pironti, sono in libreria due volumetti di Mimmo Carratelli: “Elogio di De Laurentiis” ed “Elogio di Cristiano Ronaldo”. Nella collana, Carratelli ha già scritto gli Elogi del pibe, di Valentino Rossi, di Cassius Clay, di Mourinho, delle Primarie.
Vi proponiamo l’inizio del volumetto dedicato a De Laurentiis.

“Poiché mi è stato chiesto, nell’ampio quadro della reincarnazione e nel più ristretto mio caso personale, in quale essere volessi trasmigrare per migliorarmi, dopo avere valutato i pro e i contro, mi è piaciuto dichiarare che trasmigrerei volentieri nel corpo e sotto la barba di Aurelio De Laurentiis.
“Ed ecco che sono, in tutto e per tutto, Aurelio De Laurentiis a bordo di un elicottero da Cinecittà a Castelvolturno, e poi su un aereo per Los Angeles, e a Natale sono a Cortina, capodanno a Capri, e sempre ho la faccia di Aurelio De Laurentiis molto grave e tirata, e la barba compatta e levigata con la carta vetrata, e gli occhiali scuri al riparo dal mondo esterno mentre torno da Castelvolturno a Cinecittà, rientro a Roma da Los Angeles, e oggi sono a Cortina, domani a Capri, e penso alle mie prossime mosse, e ho sotto controllo tutto e tutti, Jacqueline mi rassicura con la sua sicurezza elvetica, i lisci capelli elvetici senza ricci e capricci, il sorriso elvetico molto esatto, una moglie svizzera per sempre.
“Ed ecco che sono multilingue, thank you, pardon, hola et labora. Nella mia persona robusta di Aurelio De Laurentiis, dignitosamente apprezzabile di ultrasessantenne ben curato nelle Jacuzzi di famiglia e nelle saune romane, albergano la Paramount e la Twenty Century Fox, la sintesi assoluta del cinema di avanguardia distillato in 400 film audacemente prodotti dalla Filmauro e orgogliosamente distribuiti a partire dall’anno 1975 della fondazione della mia major con sede in avenue XXIV Maggio a sud di Villa Borghese e col Tevere a occidente, nella città di Roma, do you know? well.
“Ora, io sono famoso per l’ironia americana, la paraculaggine romanesca e la ricercata napoletanità, e per l’ira funesta, i miei scatti di rabbia espressi in tutto il vigore e il sapore trasteverini, la mia genuinità di comando, impressa sul mio viso robusto con barba di autorità, i lampi dei miei occhi fulminanti dietro gli occhiali scuri che vanno spesso in fumo per l’incendiaria potenza degli sguardi aggressivi e intimidatori, perché così si governa il mondo, e chi non è con me pesta lo colga. Posso essere Iron Man.
“Sono Aurelio De Laurentiis delle chanson de geste di Natale volgarmente definite cinepanettoni da gente invidiosa e con la puzza sotto il naso, i cazzinpennacchi, nessuno volendo considerare la genialità della trovata natalizia in serie, il Natale sul Nilo, in India, a Miami, a New York, in crociera, a Rio de Janeiro, a Beverly Hills, in Sudafrica, a Cortina, divulgando nel mondo il più genuino made in Italy, la risata crassa, le abbuffate, le corna, gli equivoci, le vacanze pacchiane tra spiagge e montagne, aerei e aeroporti, nel dispendio di panorami e alberghi, camere da letto e ascensori, e con le assolute visioni delle più vibranti fibre elastiche italiane, al completo di seni e coseni, inguini, cosce e varie preziosità di Sabrina Ferilli, Belen Rodriguez, Elisabetta Canalis, Megan Gale, Michelle Hunziker, Maria Grazia Cucinotta, Aida Yespica e Stefania Sandrelli nei suoi ancora svegli appetiti di quarantenne, allora, quand’erano le Vacanze di Natale del 1983, tutta la buona carne italiana rosolata e dorata, bruna e bionda, in un eterno mio personale calendario Pirelli in trentacinque millimetri, panavision, a colori. Eureka!
“Per questa mia straordinaria generosità, che ha allietato nel tempo cinquecentomila spettatori a film e ha fruttato tre milioni di euro a pellicola, dovrei rientrare nelle specie protette dall’Unesco, io Aurelio De Laurentiis, e sono invece vituperato per avere tratto da Christian De Sica e Massimo Boldi il peggio di loro stessi che poi è il peggio dell’Italia caciarona che non l’ho inventata io, io stavo a Los Angeles, l’hanno inventata il berlusconismo, l’edonismo reaganiano, Drive In e gli effetti del disastro di Chernobyl.”
Mimmo Carratelli

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