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Finalmente un Benitez furioso che manda messaggi chiari

«Per l’anno prossimo, però, deve cambiare la mentalità. Tutti nel proprio lavoro devono essere attenti perché se non si fa bene può arrivare un altro e ti prende il posto». E ancora: «Non sono soddisfatto, perché il Napoli deve puntare a vincere tutte le partite. Qualche giocatore può avere meno motivazioni per la classifica ma è un’idea sbagliata. Se si vuole vincere nel presente e nel futuro bisogna puntare ai tre punti in tutte le partite». Per non parlare della dichiarazione sull’azione sprecata da Insigne sullo 0-1: «Nell’occasione del gol poteva servire Callejon invece che tirare, era più semplice» e dell’affermazione che ha regalato il titolo a tanti giornalisti: «Il carattere e la mentalità non si comprano al mercato, dobbiamo lavorare per la crescita di questa squadra».

Insomma, messaggio forte e chiaro. Quella di oggi a Udine era una partita evidentemente poco importante per la classifica, ma nel dopo partita abbiamo compreso che invece per le dinamiche interne allo spogliatoio era una partita tutt’altro che insignificante. Benitez aveva con ogni probabilità chiesto i tre punti al suo Napoli. Soprattutto aveva chiesto una prestazione senza amnesie, con la testa rivolta all’obiettivo. Così non è stato. O almeno così è stato fino al pareggio dei friulani, tra l’altro realizzato in fuorigioco.

Nei primi sessanta minuti il Napoli aveva controllato piuttosto agevolmente la partita e si era portato in vantaggio con l’uomo più importante della stagione, quel Callejon che è stato (con buona pace persino di Mertens) l’acquisto più azzeccato dell’anno e uno dei migliori dell’intera serie A. Callejon ha il raro pregio di applicare la categoria dell’essenziale al calcio. Nulla è superfluo nel suo modo di intendere l’arte del pallone. Tutto è mirato all’obiettivo: il gol (non per forza suo) e la vittoria.

Ed è stato proprio un mancato assist di Insigne a Callejon, pochi secondi prima del pareggio friulano, a far esplodere Benitez. Mai lo avevamo visto alzarsi così arrabbiato dalla panchina. Neanche trenta secondi e Reina commetteva una leggerezza decisiva. Negli ultimi trenta minuti il Napoli non ha più ripreso il pallino del gioco.

È il post partita che ha regalato le emozioni più forti. Con un Benitez infuriato con alcuni elementi della squadra. Sarà difficile far finta di niente. La responsabilità, ovviamente, non è del solo Insigne che, peraltro, aveva giocato un’ottima partita e rischia di disperdere il grande lavoro compiuto quest’anno per questa evanescenza nei momenti decisivi di cui proprio non riesce a sbarazzarsi.

Per la prima volta Rafa ha parlato da tecnico deluso. Ha spedito messaggi tutt’altro che anodini. Sia allo spogliatoio sia, probabilmente, alla società. Soprattutto in chiave “prossima stagione”. Ha fatto bene ad alzare la voce. La stagione è ormai terminata. E l’anno prossimo – se dovesse rimanere – non sarà più una squadra ereditata. Un anno di lavoro è servito a capire chi può giocare nel Napoli di Benitez e chi invece non è in grado. Il pugno duro di Rafa è la buona notizia della giornata.
Massimiliano Gallo

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