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Il gol di Bale sarà anche bello, ma è altra cosa rispetto al calcio

Chiedo scusa per il ritardo e non resta che accodarsi al tema intelligentemente lanciato da La Stampa. Il gol con cui Bale ha regalato al Real Madrid la Coppa del Re è un capolavoro o è la fine del calcio? Io non ho dubbi. Ho visto il gol con un po’ di ritardo e francamente l’idea che si tratti di qualcosa che esuli dal calcio ce l’ho. Al telefono con Trapani l’ho definito un gol di potenza. Insomma, un gol che di tecnico non ha nulla. Sì, è una sorta di coast to coast, ma è una prestazione da fumetto, con l’atleta gallese del Real che butta il pallone avanti, fa addirittura il giro al largo per paura di essere trattenuto, gira le gambe a mulinello come accade nei cartoni animati, doppia l’avversario, rientra, approda indisturbato in area e la deposita in rete sotto le gambe del portiere del Barcellona che tarda ad uscire.

Per carità, un bel gol. Ma di tecnico non ha nulla. Non voglio qui scomodare il gol del secolo, o sarebbe meglio dire della storia del calcio. Ma il calcio, per chi lo ama, è ancora poesia. Resta scolpita nella mente di tutti noi la finta di Pelè ai Mondiali del 1970, col giro attorno a Mazurkiewicz e il successivo tiro che lambisce il palo. Non è un gol ma è nella storia. Questo sport negli anni è cambiato. E cambiato è poco. È stato stravolto. L’altro giorno ho raccontato a un’adolescente esterrefatta che un tempo le vittorie valevano due punti in Italia e non tre; così come, prima, il retropassaggio al portiere poteva essere tranquillamente raccolto con le mani. Mi ha guardato come se stessi raccontando un episodio della guerra mondiale.

Il calcio è cambiato sotto i nostri occhi e nemmeno ce ne siamo accorti. In fondo chi è rimasto aggrappato a questo carrozzone è perché vuole ancora vivere il brivido di una finta di corpo, di un dribbling ubriacante, di una punizione a giro. Il pallone, insomma. Quello che abbiamo sempre giocato.

Il gol di Bale è un gol. Ma somiglia al football americano. O al rugby. Bello quanto volete. Ma è un altro sport. Chissà quanto avrebbe impiegato Sivori per percorrere quei sessanta metri; due minuti in più, probabilmente. Ma li avrebbe percorsi dribblando l’intera squadra avversaria, tornando sui suoi passi per maramaldeggiare e poi l’avrebbe infilata dentro. Bale ci proietta in un altro universo. Per carità, non è il primo. Solo che non osiamo immaginare che cosa accadrà dopo di lui.
Massimiliano Gallo

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