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La Gazzetta: «La Juventus è zeppa di debiti e deve vendere Pogba»

La Gazzetta: «La Juventus è zeppa di debiti e deve vendere Pogba»

Infiocchettata come meglio non si potrebbe – il titolo in prima pagina è “Pogba Revolution” – la Gazzetta dello Sport oggi pubblica la risposta agli interrogativi dei giorni scorsi sullo strano nervosismo della Juventus. A dire il vero ne scrivemmo anche noi, e centrammo la questione: money. Alla società torinese servono i 70 milioni che potrebbe incassare dalla cessione di Pogba. Il giornalista Marco Iaria lo spiega con dovizia di particolari e offre anche la risposta alla polemica tra Conte e Benitez sui soldi spesi negli ultimi tre anni. La Gazza scrive infatti che «nelle ultime tre stagioni la Juventus ha investito sul mercato 155 milioni. Si tratta dell’impegno finanziario al netto delle cessioni. Nessuna società in Serie A ha speso così tanto in questo arco di tempo». Nel frattempo «gli stipendi dei tesserati della Juventus nel primo semestre di questa stagione sono cresciuti del 18%. Crescono i costi, calano i ricavi a causa dei minori introiti da Champions e il bilancio 2013-14 è stimato in peggioramento rispetto a quello dell’anno scorso, che chiuse con una perdita di 15,9 milioni. La perdita di quest’anno dovrebbe aggirarsi tra i 35 e i 45 milioni di euro». E infine ammontano «a 188 i milioni d’indebitamento finanziario netto della Juventus, al 31 dicembre 2013. In questi anni l’esposizione con le banche è aumentata a causa degli investimenti programmati: al 30 giugno 2011 l’indebitamento finanziario netto era di 121,2 milioni».

Insomma, il quadro è piuttosto fosco. La Gazzetta scrive che «con i settanta milioni di euro derivanti dalla vendita di Pogba la Juventus tirerebbe un sospiro di sollievo a livello patrimoniale». Bisogna riconoscere che l’articolo è impietoso. Incorniciato e infiocchettato come meglio non si potrebbe, ma chi ha occhi per vedere e sinapsi per collegare a questo punto non ha il benché minimo dubbio sulla natura del nervosismo bianconero. Persino la squadra più forte d’Italia, e anche quella che ha costruito il suo stadio, si ritrova costretta a vendere il suo pezzo pregiato.

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