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Dopo il camouflage (e il vomitage) il Napoli pensa alla maglia jeans

Dopo il camouflage (e il vomitage) il Napoli pensa alla maglia jeans

Terminata la stagione calcistica, comincia quella delle attese. I tifosi dirottano la loro attenzione al calciomercato. Non per tutti, però, è così. Aurelio De Laurentiis, ad esempio, è particolarmente interessato al merchandising e al cosiddetto contorno. L’anno scorso la fervida mente del nostro presidente partorì tre novità: le ragazze pon pon, l’inno che storpiava ’O surdato ’nnammurato e la maglia mimetica. Al termine della stagione i tifosi possono felicemente prendere atto che non è e Laurentiis a gestire il mercato del Napoli. Delle tre scelte, possiamo dire che non ne è riuscita nemmeno una. La mimetica, invero, era stata un’idea di successo, poi abbandonata per motivi legali. Il camouflage è stato così sostituito da una maglia che possiamo considerare a metà tra un quadro di Pollock (non ce ne voglia Pollock) e l’esito non positivo di una serata con la cattiva digestione. Insomma, esteticamente inguardabile. De Laurentiis ha il chiodo fisso della maglie. Non è uomo che non ama le tradizioni, lo sappiamo. Per non parlare di quelle napoletane e del Napoli. Non gradisce la maglia azzurra. Preferisce la maglia gialla. Addirittura sostiene che grazie al giallo i giocatori si vedano meglio in campo. Resta comunque un vuoto da colmare, serve una nuova terza maglia. Tutto è ancora top secret. Ma qualche indiscrezione comincia a filtrare e sembra che l’opzione scelta dal presidente sia quella di una maglia color jeans. Che prenderebbe il posto del camouflage (poi vomitage). Nulla è ancora certo. De Laurentiis ama testare la sua scelta soprattutto con gli adolescenti. Fin qui la scelta ha dato esiti discordanti. Vedremo.

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