Nel trambusto morbido dell’ultima giornata accade a Torino qualcosa di diverso. Naturalmente la festa, popolosa e discreta come si conviene alla città e all’abitudine di vincere, ma succede anche che la tifoseria si divida su un principio morale: il dovere di essere ultrà contro il diritto-piacere di essere solo tifosi, non guidati da nessuno capo. Semplici abitatori di uno spazio e di un amore. In una domenica che aveva lo sfinimento dei primi acquazzoni di agosto, è avvenuta una ribellione. La curva dura e pura, quella solo di lotta, ha innalzato uno striscione a favore della libertà di Speziale (nella foto), il ragazzo che ha finito per uccidere l’ispettore Raciti. segue sul sito del Corriere
ilnapolista © riproduzione riservata