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Summit per l’acquisto del Bologna, gli ultras al tavolo della trattativa

Premessa. Stiamo pubblicando questi articoli – domenica abbiamo riferito quel che è successo a Padova – per far capire a chi magari non ne fosse al corrente quanto sia stretto il rapporto tra società di calcio e tifo organizzato. Non per fare una classifica, bensì per far comprendere che la differenza è tra chi va allo stadio perché ama il calcio e chi frequenta gli stadi per altri interessi. Domenica scorsa gli ultras del Padova, che contestavano la presidenza, sono stati ricevuti dal vicesindaco reggente e poi hanno avuto un confronto con i candidati a sindaco. A Bologna emerge che alla trattativa per l’acquisto della società hanno partecipato anche i rappresentanti del tifo organizzato. Ormai considerati un anello inestricabile della catena. Questo è il male del nostro calcio. I dirigenti – da Malagò ad Abete, da Beretta ai presidenti – lo sanno benissimo. Chi non lo sa è chi poi si meraviglia quando lo Stato va a chiedere l’autorizzazione ai tifosi delle due squadre in campo per cominciare una partita funestata da gravissimi incidenti. Purtroppo sappiamo che le nostre saranno parole al vento. Nulla cambierà, fino al prossimo incidente e fino alla “disgrazia” che farà fermare il calcio. Nel frattempo vi facciamo leggere quel che sta succedendo a Bologna.

(tratto dal Corriere di Bologna) BOLOGNA – C’era un ultras al fianco del presidente Albano Guaraldi nel colloquio con Massimo Zanetti e Luca Baraldi per trattare il passaggio di proprietà del Bologna. Nella residenza seicentesca di Villorba a Treviso, Guaraldi si è presentato accompagnato da Christian Frabboni, conosciuto anche come «Forry», uno dei capi della Beata Gioventù, gruppo tra i più in vista della curva Bulgarelli.

Che ci fosse una quarta persona al summit di venerdì scorso era noto. Si pensava a un professionista (un commercialista o un avvocato), ma durante il fine settimana è emersa un’altra verità. I dubbi sono pian piano diventati certezze, nonostante fino al pomeriggio di ieri il presidente Albano Guaraldi continuasse a spergiurare: «Non è vero, non ero con lui». Una falsa verità, smentita dal comunicato della Beata Gioventù, giunto in serata. «Nella giornata di venerdì — ha scritto il gruppo — un nostro rappresentante ha avuto modo di constatare quanto entrambi gli imprenditori abbiano voglia di aiutare il Bologna. Invitiamo Massimo Zanetti e Albano Guaraldi nel proseguire ciò che noi abbiamo appurato, presenziando all’incontro, visto il paventarsi di una soluzione positiva apprezzata da tutti. Prendiamo atto del tentativo di Guaraldi di rimediare a errori madornali evidenti a tutti e nel contempo chiediamo a Zanetti di non diminuire la voglia dimostrataci di aiutare i nostri colori».

Capire perché uno dei leader degli ultras, gli stessi che da anni contestano ferocemente il presidente e la sua gestione, fosse presente al primo incontro con Zanetti non è affatto difficile. I tifosi non si fidano di Guaraldi e volevano verificare e accertarsi di persona dei passi del patron, forse perché troppe volte traditi dallo stesso. Hanno quindi chiesto e ottenuto (come e perché dovrà spiegarlo il presidente del Bologna) di partecipare all’incontro per ascoltare quel che aveva da dire Zanetti e per verificare in prima persona quale fosse il grado di interessamento del re del caffè per il club. È certo che Mister Segafredo e l’ex direttore generale del Bologna Luca Baraldi (anche lui presente ma arrivato con una mezzora di ritardo al meeting) ignorassero l’identità del tifoso, presentato genericamente come un professionista di fiducia da Guaraldi.

Il 43enne Frabboni nella vita di tutti i giorni è un normalissimo veterinario, ma da tempo è leader della Beata Gioventù. Era difficile immaginare di vederlo al fianco del presidente fino a venerdì scorso, anche perché la Beata Gioventù è tra i gruppi più attivi nella contestazione a Guaraldi. Non solo cori e striscioni allo stadio, ma i componenti erano pure alla testa di quei circa duemila tifosi che lo scorso 22 marzo contestarono il patron rossoblù con un corteo a Zola Predosa.

Dirà il tempo se e come la presenza del tifoso al meeting influirà sul futuro della trattativa tra Guaraldi e Zanetti. L’aver taciuto l’identità del «professionista» non ha scosso granché Mister Segafredo, al quale comunque è scappato da ridere una volta informato della situazione.

Quella di Guaraldi di farsi accompagnare da un tifoso è una mossa azzardata e l’aver tentato di negare e smontare la notizia («No, non è vero, non era lui, ma scrivete quel che vi pare»), un goffo tentativo in perfetto stile presidenziale. A Bologna mai un presidente si era fatto accompagnare da un capo ultras a trattare la cessione della società. È accaduto. È evidente però che un passaggio di mano è diventato quanto mai urgente per salvare il Bologna.
Guido De Carolis

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