La pubblicazione delle prime immagini della nuova maglia della Juventus offre lo spunto per qualche considerazione sulle questioni inerenti la scelta dello sponsor tecnico. Innanzitutto c’è da notare come la maglia a strisce bianconere della squadra di Torino sia davvero molto simile ad un’altra maglia, sempre firmata Adidas, utilizzata dal Newcastle alcune stagioni fa.
La differenza, l’unica, tra i due capi è la dimensione delle strisce verticali che l’azienda tedesca ha deciso di realizzare più strette per la squadra italiana e la relativa alternanza (per gli inglesi la striscia centrale è nera, per la Juventus invece è bianca). Per il resto invece le due maglie sono molto simili, a partire dalla forma del colletto a V, fino al dettaglio di come le tre strisce simbolo dello sponsor sono raccordate sulle maniche al disegno della maglia.
Certo, si potrebbe obiettare che su una maglia a strisce bianconere ci sia poco da variare con la fantasia, ma non si può fare a meno di osservare come per l’Adidas l’unica differenza tra Newcastle e Juventus sia consistita nella cifra stanziata per assicurarsi il contratto. La multinazionale non ha fatto alcuno sforzo per rendere la maglia della squadra più titolata d’Italia un oggetto unico, anzi.
Non è infine una questione di semplice ego, ma la considerazione che sul mercato un prodotto unico e personalizzato possa avere maggior riscontro commerciale rispetto ad un altro che invece è standard e comune. Naturalmente, quando il contratto di sponsorizzazione ha un importo di oltre 30 milioni di euro all’anno, ogni ragionamento sul prodotto da indossare perde un po’ di significato per i club, che possono anche chiudere un occhio.
Andrea Iovene
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