Se dovessimo associare la parola “calcio” a una nazione, la relazione – detta in termini matematici – non sarebbe univoca: varrebbe la pena di enumerare Italia, Brasile, Germania, Argentina, Inghilterra, Olanda, Spagna e tanti altri. Ma se parliamo di calcio in spiaggia – o, meglio ancora, di “beach soccer” – allora non ci sono dubbi: la mente corre subito al Brasile.
E non solo per le ormai inflazionate foto di ragazzini e adulti che si sfilano il pallone sui lidi di Rio de Janeiro dalla sabbia candida come neve: esattamente venti anni fa la spiaggia di Copacabana ospitò i primi Mondiali di beach soccer. Una manifestazione che nel frattempo si è allargata, è cresciuta e ha ottenuto il benestare della FIFA. Una sfida che si rinnova da domani (9 luglio) fino al 19 luglio a Praia de Baía a Espinho in Portogallo. E, per me personalmente, ci sono cinque buoni motivi per tifare Italia – la presenza dei miei cinque concittadini Dario (Ramacciotti), Gabriele (Gori), Matteo (Marrucci), Michele (Di Palma) e Simone (Marinai).
“I brasiliani apprezzano assai più le qualità individuali rispetto alle tattiche di squadra. Il massimo dell’abilità sta nei giochi di destrezza”: prestando fede a quanto scrive Alex Bellos nel suo libro Futebol non è da meravigliarsi che il calcio in spiaggia abbia attecchito con disarmante facilità da Fortaleza a Porto Alegre e che abbia fatto del Brasile uno dei Paesi egemoni sulla scena mondiale. Lo spostamento del pallone dai tradizionali campi in erba alle lingue di sabbia, del resto, prevede che si corra e si calci a piedi nudi: servono tecnica sopraffina e ottima condizione fisica, bisogna eccellere nel gioco di prima e saper deliziare gli spettatori con acrobatiche rovesciate.
È difficile stabilire con precisione l’atto di nascita del calcio in spiaggia: negli anni Sessanta furono organizzati campionati di futebol de areia negli Stati brasiliani di Santos e Rio de Janeiro, come racconta il commentatore sportivo Leoni Nascimento. L’unica certezza è che è stato codificato dai fondatori della Beach Soccer Worldwide che nel 1992 fissano le regole di questa spettacolare disciplina – si gioca in cinque contro cinque (portieri inclusi), la partita è suddivisa in tre tempi da dodici minuti effettivi ciascuno, le sostituzioni sono illimitate e a ogni fallo commesso segue un tiro libero senza barriera.
Dopo un evento pilota a Los Angeles nello stesso anno e un torneo professionistico a quattro squadre nel 1993, il nuovo passatempo fa inevitabilmente tappa in Brasile. Qua il colosso del marketing sportivo Octagon Koch Tavares, in collaborazione con l’emittente nazionale Rede Globo, fa debuttare il beach soccer sui piccoli schermi di tutta la nazione e nel 1994 organizza il Mundialito. Ma è nel gennaio 1995 che sull’elegante lungomare di Copacabana il pubblico carioca si gusta i primi, veri Mondiali.
Foto globoesporte.globo.com/platb/jrnegao |
Il Brasile si presenta allo storico appuntamento con una selezione che pullula di vecchie glorie: Zico, Leo Júnior e il resto della Seleção si divertono e fanno divertire, surclassano qualsiasi avversario e in finale annichiliscono gli Stati Uniti con un eloquente 8-1. Lo stesso ex fantasista di Udinese e Flamengo porta a casa lo scettro di capocannoniere, da condividere con l’azzurro Alessandro “Spillo” Altobelli. La Beach Soccer Worldwide si compiace per il successo dell’evento e dà nuovamente appuntamento a tutti a Copacabana ogni dodici mesi.
Inizialmente limitati a otto squadre, i Mondiali abbracciano via via sempre più nazionali: nel 1998 si presentano dieci nazionali che salgono addirittura a dodici l’anno seguente. Nel frattempo, grazie al contemporaneo sviluppo del Pro Beach Soccer Tour, alla massima competizione internazionale arrivano Paesi da ogni continente. Il cambio della formula non scalfisce minimamente lo strapotere dei brasiliani che nelle prime sei edizioni non conoscono davvero rivali: dal 1995 al 2000, quando i Mondiali si spostano sul vicino arenile di Marína da Glória, non esistono partite perse o pareggiate.
Il torneo diventa itinerante ed emigra l’anno seguente a Bahia, spiaggia che si rivela maledetta per la nazionale hexacampeão: dopo un mostruoso filotto di 33 vittorie consecutive, il Brasile si ferma in semifinale e chiude addirittura al quarto posto. I nuovi campioni, almeno, parlano la stessa lingua dei vecchi dominatori: è il Portogallo del difensore Hernâni (fu finalista con il Benfica nella Coppa dei Campioni del 1989), del gigante di origini angolane Madjer e del capocannoniere Alan Cavalcanti, per ironia della sorte nato in Brasile. Dodici mesi dopo, nell’edizione che si svolge in contemporanea a Vitória e Guarujá, i lusitani vengono subito detronizzati: la sorpresa non è tanto il ritorno alla vittoria dei padroni di casa quanto il quarto posto della Thailandia.
Foto futebol365.pt |
Nel 2003 e 2004 i Mondiali rientrano nella loro madrepatria, a Copacabana: in entrambi i casi l’ultimo ostacolo tra il Brasile di Jorginho e Neném e la coppa è la rampante Spagna trascinata dal galiziano Amarelle, ex calciatore che ha vinto uno scudetto giovanile con il Deportivo La Coruña.
Dopo dieci edizioni, la Beach Soccer Worldwide decide di fare il passo più significativo: tende la mano alla FIFA e ottiene il riconoscimento ufficiale del massimo organo calcistico, sotto la cui egida si disputeranno tutte le edizioni successive dei Mondiali. Qualcosa di simile è già avvenuto in Italia, dove la Lega Nazionale Dilettanti della FIGC indice la prima Serie A di beach soccer: in campionato, e in nazionale, potranno giocare soltanto atleti che militano nelle leghe calcistiche non professionistiche.
Il 2005 è l’anno dell’inattesa affermazione della Francia di Èric Cantona, il carismatico ex calciatore del Manchester United. Il Brasile viene eliminato ai rigori in semifinale e salva l’onore con il terzo posto, un traguardo a cui contribuiscono anche i gol di Romário, l’ex attaccante del Barcellona e campione del mondo a USA 94.
Dopo altre due annate a Copacabana, concluse con gli ennesimi trionfi della Seleção e con l’allargamento definitivo a sedici partecipanti, la FIFA decide di rendere itineranti i Mondiali, fino a quel momento esclusiva del Brasile. È Marsiglia ad accogliere il grande evento nel 2008: sulla Plage du Prado l’Italia, a un triennio di distanza dal successo agli Europei, si spinge fino all’atto supremo. A vincere, però, è sempre il Brasile. Che poi conquista il suo tredicesimo titolo iridato – il quarto ufficiale – confermandosi l’anno successivo a Dubai.
Da questo momento il calendario del beach soccer subisce un drastico cambiamento: i Mondiali si disputeranno a cadenza biennale. Uno stravolgimento che segna l’avvio della supremazia della Russia: nel 2011 sconfigge proprio i verdeoro a Marina di Ravenna – in rosa c’è Aleksandr Filimonov, ex portiere dello Spartak Mosca e della nazionale di calcio -, un paio di anni dopo mette a tacere la Spagna sulla paradisiaca spiaggia di Tahiti. Ora l’armata russa si presenta in Portogallo forte dell’oro messo al collo ai recenti Giochi europei di Baku: a Espingo verrà aggiunto l’ultimo capitolo di una storia recente eppure già affascinante. E che manterrà viva la speranza, non ancora del tutto accantonata, che il beach soccer possa finire in un futuro non troppo remoto nel programma degli sport olimpici.
Simone Pierotti (tratto dal blog Storie straordinarie di sport)
I Mondiali di beach soccer in cifre
Beach Soccer World Championships
1995 – Copacabana (Brasile)
1° Brasile
2° USA
3° Inghilterra
4° Italia
Capocannoniere: Zico (Brasile) e Altobelli (Italia) – 12 gol
Miglior giocatore: Zico e Júnior (Brasile)
Miglior portiere: Paulo Sérgio (Brasile)
Gol segnati: 149
1996 – Copacabana (Brasile)
1° Brasile
2° Uruguay
3° Italia
4° USA
Capocannoniere: Altobelli (Italia) – 14 gol
Miglior giocatore: Edinho (Brasile)
Miglior portiere: Paulo Sérgio (Brasile)
Gol segnati: 131
1997 – Copacabana (Brasile)
1° Brasile
2° Uruguay
3° USA
4° Argentina
Capocannoniere: Júnior (Brasile) e Ramos (Uruguay) – 11 gol
Miglior giocatore: Júnior (Brasile)
Miglior portiere: Paulo Sérgio (Brasile)
Gol segnati: 144
1998 – Copacabana (Brasile)
1° Brasile
2° Francia
3° Uruguay
4° Perù
Capocannoniere: Júnior (Brasile) – 14 gol
Miglior giocatore: Júnior (Brasile)
Miglior portiere: Paulo Sérgio (Brasile)
Gol segnati: 219
1999 – Copacabana (Brasile)
1° Brasile
2° Portogallo
3° Uruguay
4° Perù
Capocannoniere: Júnior (Brasile) e Matosas (Uruguay) – 10 gol
Miglior giocatore: Jorginho (Brasile)
Miglior portiere: Pedro Crespo (Portogallo)
Gol segnati: 186
2000 – Marína da Glória (Brasile)
1° Brasile
2° Perù
3° Spagna
4° Giappone
Capocannoniere: Júnior (Brasile) – 13 gol
Miglior giocatore: Júnior (Brasile)
Miglior portiere: Kato (Giappone)
Gol segnati: 172
2001 – Costa du Sauípe (Brasile)
1° Portogallo
2° Francia
3° Argentina
4° Brasile
Capocannoniere: Alan (Portogallo) – 10 gol
Miglior giocatore: Hernâni (Portogallo)
Miglior portiere: Olmeta (Francia)
Gol segnati: 144
2002 – Vitória / Guarujá (Brasile)
1° Brasile
2° Portogallo
3° Uruguay
4° Thailandia
Capocannoniere: Neném (BRA), Madjer (POR) e Nico (URU) – 9 gol
Miglior giocatore: Neném (Brasile)
Miglior portiere: Normchaoren (Thailandia)
Gol segnati: 145
2003 – Copacabana (Brasile)
1° Brasile
2° Spagna
3° Portogallo
4° Francia
Capocannoniere: Neném (Brasile) – 15 gol
Miglior giocatore: Amarelle (Spagna)
Miglior portiere: Robertinho (Brasile)
Gol segnati: 150
2004 – Copacabana (Brasile)
1° Brasile
2° Spagna
3° Portogallo
4° Italia
Capocannoniere: Madjer (Portogallo) – 12 gol
Miglior giocatore: Jorginho (Brasile)
Miglior portiere: Roberto (Spagna)
Gol segnati: 155
FIFA Beach Soccer World Cup
2005 – Copacabana (Brasile)
1° Francia
2° Portogallo
3° Brasile
4° Giappone
Capocannoniere: Madjer (Portogallo) – 12 gol
Miglior giocatore: Madjer (Portogallo)
Miglior portiere: n/a
Gol segnati: 164
2006 – Copacabana (Brasile)
1° Brasile
2° Uruguay
3° Francia
4° Portogallo
Capocannoniere: Madjer (Portogallo) – 21 gol
Miglior giocatore: Madjer (Portogallo)
Miglior portiere: n/a
Gol segnati: 286
2007 – Copacabana (Brasile)
1° Brasile
2° Messico
3° Uruguay
4° Francia
Capocannoniere: Buru (Brasile) – 10 gol
Miglior giocatore: Buru (Brasile)
Miglior portiere: n/a
Gol segnati: 261
2008 – Marsiglia (Francia)
1° Brasile
2° Italia
3° Portogallo
4° Spagna
Capocannoniere: Madjer (Portogallo) – 13 gol
Miglior giocatore: Amarelle (Spagna)
Miglior portiere: Roberto (Spagna)
Gol segnati: 258
2009 – Dubai (Emirati Arabi Uniti)
1° Brasile
2° Svizzera
3° Portogallo
4° Uruguay
Capocannoniere: Stankovic (Svizzera) – 16 gol
Miglior giocatore: Stankovic (Svizzera)
Miglior portiere: Mão (Brasile)
Gol segnati: 269
2011 – Marina di Ravenna (Italia)
1° Russia
2° Brasile
3° Portogallo
4° El Salvador
Capocannoniere: André (Brasile) – 14 gol
Miglior giocatore: Leonov (Russia)
Miglior portiere: Bukhlitskiy (Russia)
Gol segnati: 269
2013 – Tahiti (Polinesia francese)
1° Russia
2° Spagna
3° Brasile
4° Tahiti
Capocannoniere: Shishin (Russia) – 11 gol
Miglior giocatore: Bruno Xavier (Brasile)
Miglior portiere: Dona (Spagna)
Gol segnati: 269
Fonti:
Blog di Leoni Nascimento
Sito ufficiale della FIFA
Sito ufficiale della Beach Soccer Worldwide
Simone Pierotti, “Tipi da spiaggia”, Storie (stra)ordinarie di sport, 16/11/2009
Sito della Koch Tavares