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Il Napoli celebra i 20 anni dell’era De Laurentiis: “Vent’anni di sogni trasformati in realtà”

De Laurentiis su X: “È con orgoglio che festeggio questi primi 20 anni di straordinario cammino”.

Il Napoli celebra i 20 anni dell’era De Laurentiis: “Vent’anni di sogni trasformati in realtà”
Mg Barcellona (Spagna) 12/03/2024 - Champions League / Barcellona-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Aurelio De Laurentiis

Il Napoli celebra i 20 anni dell’era De Laurentiis pubblicando un video che commemora la rinascita della società tra le mani del presidente.

Vent’anni di passione, di sfide, di sogni trasformati in realtà, dai campi di periferia alle notti europee.
Cinque trofei alzati al cielo, uno Scudetto che ci ha riportato sul tetto d’Italia dopo 33 anni di attesa.
Vent’anni colmi di una passione irresistibile e che continua a battere in tutti i cuori azzurri.
La storia continua!

Anche De Laurentiis ha dedicato un pensiero ai suoi 20 anni di presidenza su X:

È con orgoglio che festeggio questi primi 20 anni di straordinario cammino, come Presidente e proprietario del Napoli, che abbiamo tutti insieme portato a primeggiare in Italia e in Europa con un percorso vincente. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato a questo traguardo“.

 

Vent’anni di De Laurentiis l’ultimo Borbone (Carratelli)

Vent’anni di De Laurentiis l’ultimo Borbone. Sul Corriere dello Sport Mimmo Carratelli scrive uno splendido ritratto di De Laurentiis e dei suoi vent’anni di presidenza del Calcio Napoli. Ampio ritratto di cui riportiamo le righe finali.

Scrive Carratelli:

L’anno dopo via Koulibaly e i poeti del sarrismo Mertens e Insigne. Spalletti si lamenta: «Mi hanno ceduto i migliori». Giuntoli porta a Napoli Kim e Kvratskhelia, sconosciuti spernacchiati dal volgo. Il Napoli vola e stravince lo scudetto. Aurelio gongola, ha dimezzato lo svantaggio su Ferlaino. Nel trionfo perde la testa e perde Spalletti. Inscena allo stadio un kolossal di luci, suoni e balli, attore unico e protagonista Aurelio De Laurentiis, la sua barba, il suo microfono. Lo scudetto è l’affermazione definitiva dell’io sono io e voi non siete un cazzo. Giunto al culmine del successo, ne evita le vertigini e ne fa una conquista personale travestendosi da onnipotente del pallone. Ma precipita dall’alto del suo cielo incappando, l’anno dopo, nel tracollo della sua irresistibile spocchia. Invitando Thiago Motta ad allenare il Napoli, alla domanda del brasiliano su chi fosse il direttore sportivo, andato via Giuntoli, gli risponde faccio tutto io, e quello scappa.

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