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Le grandi vittorie di Conte sono sempre nate da cambi modulo, la storia si sta ripetendo? (Libero)

Accadde nella prima Juventus col passaggio dal 4-2-4 al 3-5-2, poi al Chelsea e anche all’Inter. Sono svolte tattiche e anche emotive

Le grandi vittorie di Conte sono sempre nate da cambi modulo, la storia si sta ripetendo? (Libero)
Db Milano 07/04/2021 - campionato di calcio serie A / Inter-Sassuolo / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Antonio Conte

Le grandi vittorie di Conte sono sempre nate da cambi modulo, la storia si sta ripetendo? (Libero)

A scriverlo è il quotidiano Libero con Claudio Savelli:

Gli allenatori ripetono che i moduli non sono la cosa più importante, che contano di più atteggiamento e interpretazione e hanno ragione, ma solo parzialmente. Perché il modulo, il sistema di gioco, è (ancora) la base di tutto: uno strumento con cui metti ordine, in campo e fuori. Ecco perché un cambio di sistema di gioco può anche portare a una svolta emotiva nella stagione. Su quest’onda Antonio Conte ritrova la vetta della serie A che aveva lasciato da campione d’Italia con l’Inter e vi riporta il Napoli che a sua volta non era lassù dalla notte in cui festeggiava il titolo con Spalletti.

Bravo Conte a rinunciare al suo modulo preferito

Se si scorre la rosa costruita in estate si può notare un tentativo di ristrutturazione per la difesa a tre rimasto incompiuto (mancano un paio di centrali e un paio di esterni a tutti campo di livello). Bravo Conte a rendersene conto e a rinunciare al suo modulo preferito: la rosa del Napoli è perfetta per un 4-3-3 basculante in un 4-2-3-1, dove quell’uno dietro Lukaku è McTominay, il grande acquisto estivo.

Il mister ha proposto questo sistema contro la Juventus e tutti gli espertoni si scervellavano per capire se Politano avrebbe mai fatto tutta la fascia. In realtà c’era poco da interpretare ma su Conte resiste il cliché dell’integralismo. L’attuale mister del Napoli ha sempre svoltato grazie a un cambio di modulo: nella prima Juventus dal 4-2-4 al 3-5-2, nel Chelsea dal 4-3-3 al 3-4-3, nel secondo anno di Inter dal 3-4-1-2 al 3-5-2 con Eriksen mezzala anziché trequartista a partire dalla sfida contro il Sassuolo. La sensazione è che la storia si sia ripetendo.

Conte altro che integralista, non come Garcia che fu travolto dalla sua presunzione (Gazzetta)

Scrive la Gazzetta dello Sport con Fabio Licari:

Nel primato del Napoli c’è sicuramente la variabile Conte, mai arrivato sotto il secondo posto in Italia nelle cinque stagioni con
Juve e Inter. L’integralista Conte, il talebano Conte, quello che schierava soltanto il 4-2-4 (prima di arrivare in bianconero) e poi solo il 3-5-2 (con la variante inglese del 3-4-2-1). Conte invece è il più elastico dei tecnici e sta ridisegnando il Napoli, ma non all’improvviso. Come aveva confessato a febbraio al Telegraph, in tempi non sospetti, gli frullava già in testa l’idea di tornare a quattro. L’ha fatto ambientandosi nel sistema Napoli assieme ai suoi giocatori. Senza commettere l’errore di Garcia che voleva distinguersi da Spalletti per non essere schiacciato dalla sua ombra, finendo per essere travolto dalla propria presunzione.

La trasformazione di Conte ha due chiavi: una è McTominay, e si sapeva, simbolicamente il Vidal che nella Juve costrinse il tecnico ad abbandonare la mediana a due. L’altra è il Politano di ieri. Con questi due a sparigliare qualsiasi disegno tattico, il Napoli è andato avanti con il 4-2-4 e s’è difeso con una specie di 5-4-1. Sembra difficile da crederci. Ma così è, se vi pare. 

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