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Sorbillo: «Briatore fa la pizza con lo schiacciapizza che è uno strumento elettrico, è tipo crackers»

A Radio Crc: «È un’altra pizza. La vende a 17 euro. Bisognerà vedere se Briatore nelle altre città che ha aperto, lavora o meno»

Sorbillo: «Briatore fa la pizza con lo schiacciapizza che è uno strumento elettrico, è tipo crackers»
Neapolitan pizza makers Antonio Starita (L), Gino Sorbillo (2ndL), Ciro Oliva (R) and Enzo Coccia (2ndR), pose with pizzas on December 6, 2017 in Naples. UNESCO said on December 7, 2017 that the art of the Neapolitan 'Pizzaiolo' (pizza maker) has been put on its prestigious Intangible Cultural Heritage list. The art of the Neapolitan ‘Pizzaiuolo’ is a culinary practice consisting of four different phases relating to the preparation of the dough and its baking in a wood-fired oven. The practice originates in Naples, where around 3,000 Pizzaiuoli now live and perform, and plays a key role in fostering social gatherings and intergenerational exchange. TIZIANA FABI / AFP

Sorbillo: «Briatore fa la pizza con lo schiacciapizza uno strumento elettrico per renderla sottile e croccante»

Gino Sorbillo ha parlato nel corso della trasmissione “A Pranzo con Umberto Chiariello”, in onda su Radio Crc, radio partner del SSC Napoli, per commentare le parole di Flavio Briatore in vista dell’apertura del suo locale “Crazy Pizza” nella città di Napoli.
Qui di seguito le sue parole.

“Parole di Briatore? Non sono d’accordo con lui. La sua pizza è più sottile della nostra poiché i suoi pizzaioli usano lo schiacciapizza che è uno strumento elettrico che va a schiacciare tutti gli alveoli della pizza rendendola sottile e croccante. La pizza napoletana, invece, è morbida e facilmente manipolabile. Pizza di Briatore? E’ un’altra pizza. Le pizze con l’impasto all’acqua sono un po’ stile “scrocchiarella”, tipo crackers. Lui dice che non siamo stati capaci di tutelare la pizza, poiché è stato l’unico che ha esportato Nel mio caso sono arrivato a superare i 30 punti di vendita. Ho aperto dei locali a Tokyo, Miami e ne stiamo aprendo altri a Roma Termini, Pompei e negli Emirati Arabi. Noi abbiamo una storia.

Il costo di una margherita in media? 6 euro e 50. Briatore la mette a 17 euro, però utilizza anche la notorietà che ha e il suo giro di amici. Bisognerà vedere se Briatore nelle altre città che ha aperto, lavora o meno. A Milano io ho otto locali e lui solo uno, perciò non so se lavora tanto oppure no. Le associazioni possono fare e fanno un grande lavoro con dei riconoscimenti e le tabelle in cui sono elencate le pizzerie e i pizzaioli che rispettano il disciplinare. c’è ancora tanto spazio per chi vuole fare pizza, però non è detto che tutto ciò che è schiacciato può essere pizza. Il termine pizza non lo abbiamo tutelato e ormai è nella bocca di tutti, nonostante siamo stati noi i primi a fare la pizza nella storia che ha trecento anni di storia. Pizza gourmet? I clienti e i pizzaioli hanno capito che la pizza o sulla pizza si può richiedere e ci si può lavorare di più. Non ci si accontenta più di trovare le dieci pizze nel menù. Ormai la cosa è sfuggita di mano. De Laurentiis? A lui non piace la pizza napoletana, a lui piace la pizza romana”.

Da Sorbillo a Briatore che presenta la sua pizza

Flavio Briatore presenta la sua pizzeria a Napoli: «È un locale di lusso, la margherita costerà 17 euro».  

Flavio Briatore intervistato dal Corriere del Mezzogiorno, a firma Gimmo Cuomo.

Scrive il Corrmezz:

Prima maggio, poi l’inizio di luglio. Ora è proprio Flavio Briatore a rivelare il vero timing dell’attesa apertura della sua pizzeria “di lusso” in via Nazario Sauro sul Lungomare di Napoli. Ed è lo stesso manager e imprenditore, recentemente nominato executive advisor del team Alpine in Formula 1, a svelare in anteprima altri particolari sul nuovo locale.

Dell’apertura di Crazy Pizza a Napoli si parla da tempo. È in grado di annunciare il D-Day?
«Apriremo alla fine della stagione estiva».

Un locale nella patria della pizza è una delle tante sfide che hanno caratterizzato la sua carriera di manager e imprenditore?
«Non la definirei una sfida visto che per me è un enorme piacere arrivare a Napoli, non voglio sfidare nessuno. (…) Napoli è famosa in tutto il mondo per la sua cultura e il suo patrimonio culinario e crediamo che la nostra formula di fine dining diversa e unica possa essere un’aggiunta stimolante al panorama gastronomico locale».

Perché la vostra pizza sarà diversa?
«La nostra pizza è leggerissima e digeribile, con pochissimo lievito. È molto diversa dalla pizza napoletana, ecco perché dico che non è una sfida a chi fa la pizza migliore. Chi ci sceglie lo fa anche perché la nostra pizza è differente».

A quale tipo di clientela vi rivolgerete?
«Puntiamo a un target di clienti superiore, in cerca di un’esperienza culinaria di lusso, ma divertente al tempo stesso. Il nostro obiettivo è attrarre non solo clienti locali, ma anche i tanti turisti, i clienti internazionali. Credo che il nostro concetto di luxury-fun dining troverà un terreno fertile a Napoli, offrendo un’opzione unica e sofisticata».

Quanto costerà una Margherita?
«Esattamente come a Milano, 17 euro, niente di esagerato. E non lo dico per provocazione ma perché sono convinto che il prezzo di 17 euro per gustare una buona pizza in un locale di lusso, serviti da personale qualificato, con dj set e divertimento sia assolutamente corretto».

La pizza più costosa?
«Quella con un fantastico Pata Negra Joselito iberico: 65 euro per la nostra pizza più esclusiva».

 

 

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