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Giornalisticamente, la novità è lo sparo nel mondo ultras non la trattativa

Caro Napolista, non sono per niente d’accordo con quanto sostenuto da Giampaolo Longo. Dal punto di vista dei fondamentali giornalistici i due fatti (chiamiamoli con i nomi dei protagonisti: Ciro e Gennaro) non hanno lo stesso peso: perché l’uso delle armi da fuoco da parte degli ultras è una novità assoluta mentre altre volte era già successo che i calciatori trattassero con gli ultras se giocare o meno (o subissero l’umiliazione della svestizione della maglia). Finora ultras sono stati uccisi dal fuoco “amico” appiccato a una carrozza ferroviaria a pochi chilometri da casa, da un razzo lanciato da una curva opposta, dalle manganellate della polizia, dai calci e mazzate inferte da rivali, da coltellate, dalle pistolettate di un poliziotto sciagurato (e alcune partite allora furono annullate o sospese e ci furono scontri furibondi a Roma) ma mai c’è stato uso di armi da fuoco. La novità è talmente un elemento costitutivo del giornalismo che, pensa un po’, in Inghilterra i giornali sono carta da notizie (newspaper) e le notizie sono semplicemente le cose nuove …

Ragionato di sintassi e di filologia, possiamo anche entrare nel merito. E tocca quindi riconoscere che nell’occasione specifica Gennaro ha avuto una funzione socialmente utile. Perché in una situazione sfuggita completamente al controllo della polizia (poco interessa se per dolo o per grave colpa) ha concorso a ristabilire l’ordine ed evitare più gravi danni.

Tocca infine spendere una parola per la mamma di Ciro: che non grida, non si strappa i capelli, non invoca vendetta. E quindi non risponde allo stereotipo della mamma di Scampia. E quindi (altro fondamentale) è chiaro che una bad news troverà sempre più spazio ma per una volta possiamo anche ricordare il volto umano e civile del quartiere di Gomorra.
Ugo Maria Tassinari
p.s. Quanto ai verbali dei pentiti, non c’è dubbio che vicende di camorra siano rimbalzate allo stadio, con gruppi ultras allontanati dalla curva, ma è difficile discernere il grano dal loglio sul clan Misso, nel momento in cui sulla strage del 904 si contrappongono i verbali di Misso sr. che si proclama estraneo e quelli dei pentiti di Forcella che invece lo tirano in ballo …

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