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Azzurri senza esperienza?
anche l’Italia nel 2006

Nel corso di una lunga intervista ai microfoni di Sky, dopo la partita con la Samp, Mazzarri, tra le tante cose, ha detto una cosa che mi ha colpito moltissimo: Marek, il Pocho e Cavani non hanno mai giocato la Champions…
D’altro canto, il Prof. Trombetti ha scritto: “Sono deluso da morire. La resa senza condizione all’opulenza delle corazzate del nord mi avvilisce. E sapere che ciò avviene in ossequio ai principi di buona amministrazione non allevia di un filo la mia delusione. Prendere atto che la nostra società non può competere con le grandi non è piacevole”
Mi permetto dissentire!
La cosa più importante in qualunque sport agonistico è la consapevolezza nei propri mezzi. E’ questa l’unica vera scintilla che accende quel fuoco che permette ad ogni atleta di rendere al 110% delle proprie possibilità. Più di qualunque differenza tecnica, più di qualunque esperienza internazionale.
E nello sport (Calcio compreso), non necessariamente vincono i più forti. Ce lo insegnano le vittorie di Danimarca (Europei 1992) e Grecia (Europei 2004) e permettetemi il lusso di inserire in questa lista anche l’Italia, sia quella del 1982 che quella del 2006.
E’ vero! Lavezzi, Hamsik e Cavani non hanno l’esperienza internazionale che magari si ritrovano Messi, Ibrahimovich o Iniesta.
E’ altrettanto vero, che le “nordiche opulente” stanno investendo in giocatori che hanno maturato – singolarmente ed autonomamente –  quell’esperienza internazionale che i nostri non hanno.
Ma il Napoli mostra una consapevolezza complessiva di squadra che non vedo altrove.
John Nash, economista premio Nobel, sostiene che: “il risultato migliore si ottiene quando ogni componente del gruppo fa ciò che è meglio per sé e per il gruppo”.

Gaspare Lo Schiavo

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