E blitz E allora, il racconto di una giornata napoletana. Di qualche ora, a essere precisi: lunedì, approfittando della pausa successiva alla giornata di campionato, Fabio è piombato a Napoli via aerea. Un blitz in piena regola, di poche ore, e un appuntamento con Paolo al bar Miranapoli di via Petrarca dopo pranzo. Insieme con loro c’è il socio, Marco Iorio, imprenditore napoletano: i tre s’incontrano per parlare d’affari, in totale segretezza, ma poi accade che un cameriere riconosce i capitani. Sorrisi, strette di mano, firme: le solite cose quando di fronte ti ritrovi due calciatori famosi. A maggior ragione se sono i fratelli Cannavaro. A maggior ragione se Paolo è reduce dal gol al Catania, il primo con la maglia del Napoli in serie A (ne aveva segnati 5 tra Parma e Verona, oltre ai 2 in B con gli azzurri), e soprattutto è l’uomo del momento: il popolo del San Paolo lo ha acclamato e, insieme con De Laurentiis, ha chiesto a chiare lettere a lippi di convocarlo in Nazionale. Un premio meritato, considerando il rendimento del più giovane della dinastia: Mazzarri in persona, un tipo più che realista, ha spieSi sono incontrati e si sono abbracciati: lunedì, in un bar di Posillipo con vista sul Golfo. Hanno parlato, di affari e di calcio, hanno scherzato, e poi hanno sognato: il Mondiale, innanzitutto; e poi una stagione nel Napoli. Insieme. I due fratelli: Paolo e Fabio. I Cannavaro. Cuore e anima di Napoli: il capitano azzurro, l’uomo che senza timore di smentita è in questo momento tra i primi tre difensori italiani; il capitano della Nazionale, napoletano del calcio più vincente, della storia. Un caffè e via: Lippi vi guarda. De Laurentiis ascolta. Cannavaro d’Italia: unitevi. gato che in questo momento fa fatica a trovare un difensore migliore in Italia. Sono i numeri, a ribadirlo. È il rendimento dei cosiddetti azzurrabili, a sottolinearlo. La Nazionale I Cannavaro, ovviamente, sognano di andare insieme al Mondiale sudafricano, ed è facile pensare che della cosa abbiano parlato: la prossima tappa è lo stage che Lippi ha programmato a Coverciano dal 3 al 5 maggio, e dunque Paolo ha almeno un mese davanti per catalizzare l’attenzione del commissario tecnico. Che osserva. Guarda. Conosce perfettamente i valori e pensa: se Cannavaro junior continuerà ad attestarsi su questi livelli, sarà davvero dura lasciarlo fuori. Sarebbe strano: perché privarsi di un calciatore nel massimo splendore e, soprattutto, serio e carico come una molla? È più o meno lo stesso discorso che dovrà fare il Napoli: il contratto del capitano scadrà la prossima stagione. U Napoli Quello di Fabio con la Juventus, invece, è in scadenza: il maggiore dei fratelli non resterà in bianconero, e il suo sogno dichiarato è chiudere la carriera nel Napoli. Insieme con Paolo. Insieme con la sua gente che, in occasione della sfida di giovedì a Fuorigrotta, gli ha regalato emozioni forti nonostante la sconfitta: nell’estate 2009 avrebbe accettato un ingente decurtazione dell’ingaggio, pur di tornare alle origini, ma poi non se ne fece nulla. Se il destino è davvero già segnato, però, bisognerà pensare al dopo-Mondiale: magari con De Laurentiis, chissà. L’incontro al bar, dicevamo. Che si conclude dopo un’oretta con l’abbraccio e i baci: il trio abbandona il bar con vista e Fabio si catapulta ali’aeroporto per tornare a Torino. Con il sorriso sulle labbra. Il patto dei fratelli è più che mai consolidato. E il colore è sempre l’azzurro: si abbina con tutto.
Fabio Mandarini
Cannavaro e l’Italia
il patto dei fratelli
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