Confesso, io Reja non l’ho mai amato. Del resto, per uno zemaniano ortodosso è piuttosto arduo invaghirsi del pragmatico goriziano. Non mi è mai piaciuto, almeno a Napoli. Molto meglio a Cagliari, persino a Vicenza. Ma a Napoli proprio non tolleravo quel suo gioco sparagnino, cinque in attacco e cinque in difesa. Mai un guizzo. Mai una formazione che mi cogliesse di sorpresa. Mai un giocatore lasciato in panchina a dispetto delle squadre annunciate. Mai. Fin quando c’è stato il Pampa Sosa, si giocava come a basket in “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, palla avanti al grande capo. E poi si vede. Certo il buon Edy, gran brava persona, ebbe il merito di credere nel Pampa. E non è affatto poco. E ci ha portato in serie A. Non ho difficoltà ad ammettere che senza di lui, probabilmente, staremmo ancora in B.
Ma l’amore è un’altra cosa. O c’è o non c’è, e con lui non c’è stato. E domenica pomeriggio, guardando il derby romano, mi sono ricordato anche del perché. Reja gioca in modo standard. E se l’avversario cambia qualcosa in corsa, lui non riesce a prendere le contromisure. E così è stato domenica. La Lazio ha giocato un gran primo tempo, vero. Ma più che Reja, la Roma l’ha imbrigliata Ranieri. Quelle tre punte lì davanti non servivano a niente. Nell’intervallo, però, Ranieri ha avuto un colpo di genio e ha compiuto un azzardo che poteva costargli la panchina: ha tolto Totti e De Rossi. Se avesse perso, Ranieri sarebbe dovuto scappare da Roma. Ma ha vinto. E ha vinto non solo perché Floccari ha sbagliato il rigore, ma perché la sua squadra ha cominciato a giochicchiare. Mentre Reja ha aspettato venti minuti e due gol prima di capire che doveva cambiare qualcosa.
E lo ha fatto a modo suo. In quel modo così prevedibile da irritare. Dentro Zarate (per Lichtsteiner, tra l’altro, uno dei migliori) e poi dentro Cruz. Come faceva a Napoli. Il primo cambio era quasi sempre Hamsik, poi entrava Sosa. Punto. La Lazio non ha fatto più in tiro in porta. E dopo il match non ha trovato di meglio che prendersela con Totti. E così, mentre cominciavano i primi cortei a Testaccio, ho pensato che è bello avere Mazzarri in panchina.
<strong>Massimiliano Gallo</strong>
Mi sono ricordato
perché non ho amato Reja
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