Ho preso qualche giorno di vacanza dal Napoli e dal Napolista, eppure quel poco che ho visto e letto non mi mette di buonumore. Tira una strana aria. Almeno io così la percepisco. Sì, sabato è stato compiuto il passo più importante: il prolungamento del contratto a Mazzarri, la migliore base per poter programmare una squadra in grado di arrivare tre le prime quattro del campionato.
Ma il resto mi lascia perplesso. Scusate se insisto sulla questione diritti d’immagine, ma leggere che due anni fa perdemmo Milito proprio perché il presidente fu irremovibile sul tema mi lascia interdetto. Che vuole fare Aurelione? Insistere sulla sua strada o allentare la presa? Anche la decisione di rinviare la discussione del contratto di Hamsik a dopo i Mondiali la dice lunga: se Marek disputerà un grande torneo, state certi che non accetterà più le clausole del Napoli. E perderemo l’unico autentico fuoriclasse che abbiamo. E allora? Che si fa? Siamo destinati a essere una società di seconda categoria?
Io non sono iscritto al partito degli spendaccioni. L’ho già scritto più volte, calciatori che guadagnano tre o quattro milioni di euro l’anno non ce li possiamo consentire, ma se neghiamo loro la possibilità di sfruttare la propria immagine allora a Napoli davvero non ci verrà nessuno. Il Napolista cerca addetti ai lavori che vogliano parlare del tema, ma l’omertà regna sovrana. Nessuno osa mettere in discussione l’operato di De Laurentiis.
Meno male che il tifoso che è in me è comunque convinto che il colpaccio sia dietro l’angolo. Magari si chiamasse Gilardino, un centravanti alla portata degli azzurri.
Massimiliano Gallo
Aurelio, se sei troppo rigido la corda alla fine si spezza
Massimiliano Gallo ilnapolista © riproduzione riservata