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Evviva il nostro Mazzarri
ma Mourinho già mi manca

Premessa. Walter Mazzarri è il nostro allenatore. Ci ha salvati dal baratro. Ci ha ridato entusiasmo quando ormai eravamo sull’orlo della depressione. Ci ha affascinati quando continuava a sbracciarsi sullo 0-2 contro il Milan, incurante del tempo che passava. Ci ha conquistati con quella sua camicia bianca, a dispetto di qualsiasi condizione atmosferica. E poi, scusate se è poco, ci ha fatto vincere in rimonta sul campo della Juventus e ci ha riportati in Europa. Insomma, poco da dire. Viva Mazzarri. Epperò, se mi metto a cercarlo, io il pelo nell’uovo l’ho trovato. Mazzarri parla sempre e solo di calcio. “Mancano undici finali, mancano dieci finali, quando sono arrivato eravamo in zon a retrocessione” e concetti simili. La domanda nasce spontanea: scusa, ma di cosa che vuoi che discetti un allenatore? Di Proust? Non lo so, rispondo. So solo che Mazzarri non è Mourinho. So che le sue parole non lasciano aloni, non dividono, non alimentano dibattito, non fanno appassionare chi il calcio non lo segue. Probabilmente Mohammed Alì non è stato il peso massimo più forte della storia della boxe, ma è stato il più grande. Noto a tutti, uomini e donne, vecchi e bambini. Perché ha raggiunto il cuore delle persone. E’ entrato nella storia, non ne uscirà più. Facendo le debite proporzioni, Mourinho è così. Lui fa calcio, è ossessionato dal calcio, lavora diciotto ore al giorno appresso a un pallone. Eppure non è solo calcio. Quando afferma “non mi sento a casa mia”, dice altro, dice tanto sul nostro Paese, fa discutere in famiglia e al lavoro. Trasmette un messaggio. Certo, è più facile essere un personaggio quando si vince. Questo lo so. Però mi piacerebbe avere un allenatore che ogni tanto dicesse qualcosa di diverso. Che nella lite a distanza col portoghese sapesse usare l’arma dell’ironia, invece di uscirsene con frasi che non lasciano il segno. Lo so, non c’entra niente col calcio. Avete ragione. Mi tengo Mazzarri e andrò allo stadio con la camicia bianca perché sono un “malato”. Però l’uomo non mi emoziona. E se penso al prossimo campionato senza Mourinho, un po’ mi intristisco. Sarà molto più omologato il calcio italiano senza di lui.
Massimiliano Gallo

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