Non sarà il 10 o il 17 Maggio, né il 29 Aprile, né tanto meno il 5 Luglio o il 30 Ottobre, oggi, è semplicemente il 10 Giugno. No, non chiamate il 118 o l’igiene mentale, non sto dando ancora i numeri, voglio solo ricordare questa data che, nonostante non rappresenti una gloriosa vittoria o un giorno in cui dovremmo accendere un lumino a San Gennaro, per noi ha un significato vitale. La porta della cantina finalmente si chiuse e la luce della nostra definitiva rinascita si accese.
Non amo tornare con la memoria alla catastrofica ed depressiva fase in cui la nostra storia ha letteralmente toccato il fondo e oltre il fondo(dal 98: 2 retrocessioni in serie B, un fallimento, 6 stagioni nella cadetteria e 2 in serie C), ma mi piace ricordare il momento preciso in cui tutta la sofferenza di lunghissimi anni tristi e mesti ha cessato di serpeggiare dentro di noi.
E’ anche paradossale parlarne ora. Qualcuno storcerà il naso, lo so. Proprio ora dobbiamo rievocare fantasmi e incubi passati? Ora che si è appena conclusa una bellissima stagione con tante partite giocate ad alto livello, che si è sfiorato (e ci si lagna!) un posto in champions league e che il nome di ottimi calciatori di fama internazionale viene accostato a quello del Napoli per ambiziosi e grandiosi traguardi? Ora, che possiamo vantare 3 dei nostri ragazzi tra i convocati della nazionale e altri 2 (più un coach)che parteciperanno per la propria bandiera portando un pizzico d’azzurro(quello vero) agli imminenti mondiali in Sudafrica?
E’ vero, ma questa data va oltre, è molto di più.
E’una pietra sopra a tutta quella melma che ci ha portato alla frustrazione e allo sconforto. E’una pietra sopra a quei lunedì in piazza senza poter dire una parola mentre gli altri discutevano di CALCIO. E’una pietra sopra a Rastelli, Lopez Esteban,Pasino, Sesa, Olive, Belardi, Ulivieri, Agostinelli, Colomba, Gela, Fermo, San Benedetto del Tronto, Giulianova, al Napoli Soccer, a quelle finte gioie e a tutte quelle domeniche(e sabato)in cui l’urlo di gioia è rimasto strozzato ed ammuffito nella gola. E’una pietra definitiva sopra alla nostra umiliazione.
10 Giugno 2007. Genova. Stadio Luigi Ferraris.
La fine di un incubo.
Gianluigi Trapani
10 giugno 2007 Genoa-Napoli 0-0 e fu serie A
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