Non ha segnato, ma è come se lo avesse fatto. Certo che rivederlo a un Mondiale è sempre un’emozione unica. Finì drammaticamente con la Nigeria nel 94, con un’infermiera bionda che se lo portò dritto all’inferno, ed è ricominciata con gli stessi africani. Ha vinto Diego, oggi come allora. Ogggi uno a zero. Pedersoli mi ha inviato un messaggio su Facebook: “lo ammetto, mi sono commosso”. E chi non si è commosso, Peppe. Che bello rivederlo, con quel suo completo grigio da matrimonio e quella specie di rosario legato al braccio sinistro. Sempre ai bordi del campo, come se fosse lì lì per entrare.
L’Argentina non mi è parsa granché, lo ammetto. Ma che importa. Senza Messi sembrano davvero poca cosa. Difesa a tratti imbarazzate, un Veron che va a due all’ora, un Tevez inutile, un Di Maria fantasma e un Higuain irritante. Messa così, l’Argentina non andrà lontano. Diego, però, è là. Che li guarda, li incita, che se li bacia dopo le sostituzioni. Mai vista una scena simile: tra cambi, tre baci. E poi a fine partita li ha ringraziati tutti, uno per uno. A Messi lo ha coccolato di più, anche perché la Pulce un paio di gol se li è divorati (che Diego difficilmente avrebbe sbagliato in un Mondiale, ma c’è tempo per Lionel). Dubito che la vista di Quagliarella (io stravedo per lui) mi regalerà le stesse emozioni. Già conto i giorni che mi separano dalla tua prossima partita, Diego. Vamos.
Massimiliano Gallo
Diego, come sei bello col vestito da matrimonio
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