Per Walter Mazzarri, fautore di un calcio sì tecnico ma anche fatto di carattere, adrenalina, forza fisica e soprattutto concretezza, Fabio Quagliarella non è probabilmente un intoccabile. Non lo è nella misura in cui il tecnico indica come priorità nella lista dei rinforzi un finalizzatore. Uno che non abbia troppa leggerezza e particolare tocco fino. Ma uno che la butti dentro.
Quagliarella pre-Slovacchia era patrimonio del Napoli, nazionale e campione. Con le sirene russe che offrivano ventidue milioni per il suo cartellino e tre milioni e mezzo di ingaggio al calciatore. Mazzarri dava il via libera. Quagliarella post-Slovacchia vale lo stesso pensiero. Perchè i bilanci chiuderanno in rosso, De Laurentiis ha ordinato: prima si vende, poi si acquista. Nessuno certo ha mai soltanto ipotizzato di mettere l’attaccante, acquistato la scorsa stagione dall’Udinese, sul mercato. Ma in tempi di crisi, di fronte ad un’offerta importante, il sacrificio si potrebbe comunque fare. Ammesso che poi sia realmente un sacrificio. Il ds Bigon si era fatto portavoce delle intenzioni della società: «Quagliarella è un campione in senso assoluto, se i russi formalizzeranno l’offerta staremo qui a valutarla, ma solo se c’è la volontà del calciatore».
Tutt’altro che una blindatura, così come era sempre stato per Gargano, Lavezzi ed Hamsik. Piuttosto una non incedibilità. De Laurentiis si fida e si affida, ma il suo pensiero regna sempre sovrano. Quagliarella non è in discussione, ma il mercato è aperto. Si vende e si acquista. Ca nisciun è fess, è il leit motiv dell’imprenditore cinematografico. La grande prestazione del bomber di Castellammare contro la Slovacchia cambierà le carte in tavola? Probabilmente no, perchè la partita non ha aggiunto nulla al valore indiscusso e indiscutibile del giocatore, riconosciutogli peraltro dal suo club. Ha semmai aumentato le eventuali pretese del Napoli, laddove si dovesse sedere al tavolo con i russi del Rubin Kazan. Il mercato è aperto e lo sarà fino a fine agosto, Quagliarella non è certo il problema da risolvere oggi. Pagato sedici (più quattro) l’anno scorso, oggi ne può valere venticinque: la plusvalenza nel calcio in crisi può fare la sua parte. Non tralasciando però i conti con una piazza e una tifoseria che perdonerebbero il business solo se il Napoli sostituisse il bomber con uno di uguale valore se non addirittura superiore. Mazzarri ha una priorità: uno che la butti dentro, che sia professionale a trecentosessanta gradi, si alleni secondo il suo modo di vedere il calcio. Sputi l’anima in campo. Compatibile o meno con Quagliarella, che Quagliarella ci sia oppure no.
Monica Scozzafava
(tratto dal Corriere del Mezzogiorno)