Ci siamo lasciati con lo sguardo basso, gli occhi che non avevano il coraggio di incrociare lo sguardo dell’amico vicino. Il sorriso a mezza bocca di chi è consapevole che il mondiale del tifo è finito. La Germania ci ha eliminato una parte di cuore, ma non pensate a Maradona, piuttosto a quella parte di cuore che ci avrebbe consentito di trepidare per una squadra o per l’altra. Di far salire l’adrenalina su un’azione da brividi. Ora ci limiteremo a guardare le partite così, come fossimo spettatori esterni e sicuramente non interessati. Pronti a fissare un appuntamento di lavoro o di piacere anche in occasione di una partita del Mondiale. Chapeau Germania. Meriti di andare avanti e se non ci fosse geneticamente vietato di tifare per te, quasi quasi direi che la coppa potresti anche alzarla. Sotto sotto in molti di noi lo temevano. Squadra più solida e anche fortunata. L’Argentina aveva quel dubbio lì in difesa che proprio non ci piaceva. Forse il 4-0 è un po’ troppo e Maradona non lo meritava. Sarà crocifisso, come è giusto che sia. Il suo Mondiale fatto di vestiti della comunione, di crocifissi sbaciucchiati, di dichiarazioni d’amore, di schermaglie con Pelé. Ma anche di un po’ d’arroganza perché non si vende la pelle dell’orso germanico pensando al toro iberico prima di averlo ucciso. E non è piaciuta nemmeno la battuta sul guardalinee “che ha fatto come Bocelli” scherzando sulla sua cecità. Bene ha fatto il cantante che ha replicato: “Su queste cose possiamo solo sorridere” chiudendo la vicenda.
E’ il mondiale della caduta degli dei, dove i protagonisti sono un polacco che guida l’attacco della Germania, un uruguagio che salva la sua squadra facendosi espellere, un olandese reietto al Real Madrid che si sta prendendo tutte le rivincite di questo mondo. Dove sono i Rooney, i Cristiano Ronaldo, i Kakà, i Robinho, i Messi. L’unica star era Maradona nel bene e nel male, come sempre. Diego sarai crocifisso per l’ennesima volta, ma tu hai già dato ampia dimostrazione di poter risorgere e questa è la più importante vittoria. Seduto a casa scorrono le immagini del primo giorno di raduno della Juve. Sapete come ci siamo salutati con gli amici della Fondazione Sudd? Ora l’appuntamento è per il 12 luglio, poi per il 26 o 27 data del calendario. Il mondiale è finito. Il pallone no. E quando è azzurro è un’emozione che non finisce mai. Ma De Laurentiis lo vende Quagliarella?
Il mondiale è finito
Ripartiamo da Quaglia
Gianluca Agata ilnapolista © riproduzione riservata