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Delusione Napoli,
ma fischi ingenerosi

Delusione, grande delusione. Avevo riposto grandi speranze nella squadra per l’incontro di ieri sera dopo le mirabilie di tre giorni fa contro la Samp. Ancora ho nella mente i veloci cambi di gioco e le possenti sgroppate di Maggio e Dossena sugli esterni. Penso ancora a Gargano e Pazienza a tutto campo e alla concentrazione massima della difesa. Una partita perfetta, da playstation, per usare un termine tanto in voga.
Ma alla luce dei fatti, tale perfezione, tali mirabilie sono rimaste tutte sul prato verde di Marassi. Difatti, gli stessi 11 indomabili leoni, in poche ore, si sono trasformati nelle perfette ombre di se stessi. Fantasmi. Non è mancato l’impegno e di sicuro non si è toccato il fondo di Utrecht, ma sono mancate proprio le idee e soprattutto le gambe. Novanta minuti che dovevano rappresentare la consacrazione, hanno invece decretato che la squadra ancora è molto distante da una propria identità (soprattutto casalinga). Novanta minuti e si è ritornati sul banco degli imputati a cercare i colpevoli di questa nuova paurosa involuzione.
Si parlerà di moduli sbagliati, di una panchina corta, di un mercato sbagliato, di una rosa inadeguata per le tre competizioni e dei soliti equivoci tattici. Si massacreranno i nuovi arrivati, di cui si conosce il 5% e si brucerà il giovane Dumitru perché non è forte quanto Balotelli (o il fratello).
Tutte cose che già sapevamo, limiti che ci porteremo dietro fino alla fine e che sentiremo sistematicamente ad ogni battuta d’arresto. Ci faremo il callo. Come quei fischi ingenerosi.
Obiettivamente s’è salvato davvero poco. Il Napoli di ieri ha giocato a ritmi lenti e a testa bassa, lasciando che la ragione e il pallone l’avessero Pellissier e co. Dopo lo svantaggio ci si aspettava che il cuore, come in tante occasioni, desse la forza e le energie necessarie per un’altra rimonta. Ma questa volta si è solo intravisto. La benzina in riserva e le tante disattenzioni hanno reso vana ogni speranza e il risultato è stato quello di sbattere e rimbalzare contro il muro giallo.
Hanno vinto la confusione e la stanchezza, fattori che alla fine, se presenti, palesano i limiti che conosciamo bene. Ma allo stesso tempo, memore di ciò che ha fatto questo gruppo nell’ultimo anno, resto fiducioso. I valori che hanno reso questa squadra la rivelazione dello scorso campionato e che ci hanno fatto di nuovo innamorare sono di gran lunga superiori ai quei limiti. Limiti a cui si cercherà di rimediare con prestazioni non necessariamente eroiche. Perché, per battere il pur ottimo Chievo, sarebbero bastati anche solo un paio di lampi o un paio di minuti del Napoli genovese.
Ma ieri sera no, c’erano solo le ombre al San Paolo. I fantasmi. Sono deluso e incazzato, certo. Ma non parteciperò a questo gioco al massacro (tipicamente capitolino)alla ricerca del colpevole. Perché già da domenica prossima potremmo star qui a dire tutto e il contrario di tutto. E pensare che tutto ciò che abbiamo scritto e detto ora, non abbia più senso. E’ già accaduto altre volte, no?
Questa squadra merita di essere difesa e sostenuta. Domenica me ne vado a pranzare a Cesena, eh.
Forza Napoli Sempre
Gianluigi Trapani

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