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Amicarelli e la dura vita
dei napoletani in azzurro

Riflessioni agrodolci sul match di Catania e attesa per l’imminente sgobbata che impegnerà gli azzurri, tra Liverpool e Milan, con il vento – già nell’aria – dei giudizi preoccupati per turn over, panchina corta, stanchezze muscolari. Meglio concedersi una pausa. E un inatteso soffio di immagini ci riporta col pensiero al Napoli che giocava davanti al pubblico assiepato sulle gradinate del Vomero. Una domenica d’ottobre, anni ’50. In campo gli azzurri del tempo, da Bugatti a Comaschi, Vinicio, Pesaola. Dall’altra parte la Lazio. Poco più di un mese prima, un’impresa a San Siro: squassato il Milan con cinque gol a tre, e un cappotto nella prima parte. Dalla radio, la voce eccitata di Niccolò Carosio: “… primo tempo, Milan zero, Napoli cinque…”. E l’euforia del tifo, dopo l’inatteso exploit, a invocare subito altri trionfi. La luce però si affievolisce: tre pareggi prima di questa Napoli-Lazio. Oltre al desiderio di battere i laziali, una speranza in più gira nell’aria domenicale: un calciatore napoletano nel Napoli, uno che diventi qualcuno, un portabandiera. Occhi puntati su Amicarelli. Mezz’ala, già in forza al Napoli, poi a Salerno. Ha visione di gioco, continuità. Tornato al Napoli, è andato in campo a Padova, buon pareggio con rete di Vinicio. E ora Amicarelli è in campo contro i biancocelesti. Sente l’importanza della partita ma resta impigliato nel  centrocampo e tutta la squadra si esibisce in una partita opaca. Amicarelli esce senza infamia e senza lode: dovrà  tornare nelle retrovie. Quel ruolo di “napoletano nel Napoli” resterà ancora vuoto. Per Luigi Amicarelli ci saranno ancora alcune chances, verso la fine del torneo. Ma il Napoli, dopo un bel girone di andata, si è spento e rischia la bassa classifica. Amicarelli gioca con volontà ma arrivano tre sconfitte e una vittoria (per 4 a 1 sul Palermo in casa). Il Napoli del ’56 -’57 evita la serie B per tre punti solamente. Giocherà ancora, Amicarelli, nelle serie minori, calciatore serio e scrupoloso. Ma per avere una rappresentanza costante e autorevole del calcio “napoletano” in maglia azzurra l’attesa sarebbe stata ancora lunga. Mimmo Liguoro

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