Vorrei essere uno scrittore per potervi raccontare di un pomeriggio straordinario. Pagherei per essere in grado di trasmettervi le emozioni, le risate, gli applausi, l’amarcord, la fierezza dell’essere napoletani ma anche la sofferenza del presente e la nostalgia del passato. Purtroppo non lo sono e, quindi, mi limiterò ad alcuni flash. La presentazione del libro di Mimmo Carratelli, “Caro Diego”, al Circolo Savoia, è stato un evento unico ed irripetibile, al di là del libro stesso. Un evento teatrale. Oltre all’autore, presenti al “tavolo dei relatori” (spero di non dimenticare nomi importanti): Peppe Bruscolotti (più noto come “Pal’ e fierro”), Antonio Juliano, Corrado Ferlaino, Toni Iavarone, Claudio Botti e il presidente del circolo Pippo Della Vecchia. Nessuno era d’accordo con nessuno.
Carratelli, nell’ilarità generale (compresa quella dell’autore), è stato più volte dai presenti smentito sulla rispondenza al vero degli aneddoti narrati. Juliano ha litigato, sempre tra battute varie, con Ferlaino: “Ho preso Maradona e poi mi hai cacciato” – “La ragion di stato mi ha fatto preferire Italo Allodi e Luciano Moggi”. Il buon Corrado ha affermato con orgoglio che la sua intransigenza con Diego Armando ha fruttato scudetti, coppe e trofei. Ma Bruscolotti ha messo in dubbio tale intransigenza: “Nel ritiro punitivo a Vietri sul mare, Diego ci ha raggiunti solo nelle ultime ore”. Ma il presidente non gli ha creduto.
Ancora, Juliano ha rivelato di essere spesso stato pagato con cambiali: “Sempre onorate”, ha però precisato l’ingegnere. Emozionanti anche le testimonianze di Iavarone e Botti che hanno poi ceduto il microfono ad alcuni protagonisti dei sette anni maradoniani presenti in platea. Dino Celentano, consigliere d’amministrazione nel cda di Ferlaino, ha ringraziato Juliano per l’ostinazione nel voler portare a Napoli Maradona, però: “Anto’, tu faciv o grande coi soldi nostri”! Per quanto la frase sia nota ai napolisti, vi assicuro che quando Carratelli ha invitato “sul palco” Faustinho Cané, incalzandolo con “Didì, Vavà e Pelè, sit a uallera ‘e Canè”, si era quasi alle lacrime per le risate.
Commoventi anche gli interventi di Antonio Corbo, Carletto Juliano e Gianni Improta, ma l’oscar dell’aneddoto spetta a Francesco Ciccio Marolda: “Il direttore del Mattino, Pasquale Nonno, mi chiese di pedinare Maradona nelle sue notti napoletane. Una volta, all’uscita da un locale in via Martucci, sorpresi Diego cantare a squarciagola per strada, ben dopo la mezzanotte. Una signora si affaccia e grida: guagliù, basta, c’amma durmì! – Ma sono Maradona….. E allora canta”!”
Grande serata, grande Carratelli. E Grande Diego Armando Maradona.
Giuseppe Pedersoli
La presentazione del libro diventa teatro
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