Quella di Catania, di sicuro, non sarà una delle trasferte che ricorderò con esaltazione e palpitazioni particolari. Sì perché, detto francamente, gli azzurri, eccetto gli ultimi dieci minuti, non hanno mai impensierito Andujar e la difesa etnea. Gioco assai lento e confuso e di ripartenze, che questa squadra ci aveva abituato ad ammirare, non se ne sono registrate. Eppure, senza merito, siamo anche passati in vantaggio alla fine della prima frazione col solito gol di Cavani. Ma, come in precedenza, anche il secondo tempo, ci ha visto soffrire oltremisura. Il buon pressing a centrocampo dei siciliani non ci ha permesso di giocare il pallone a terra e la prestazione sotto tono degli esterni (in particolare Maggio, la cui involuzione me lo sta facendo odiare) ci ha obbligati a vedere lunghissimi lanci per gli attaccanti che poco hanno potuto.
Di contro, il Catania ha ben giocato con le armi che possiede. Mascara ha fatto impazzire Grava, mentre il gigante Maxi Lopez si è mosso come un ossesso creando più di un grattacapo ai nostri difensori. Biagianti poi, non capisco perché non sia tra i convocati di Prandelli. La svolta decisiva c’è stata nel secondo tempo, quando Giampaolo ha sostituito il fischiatissimo Delvecchio con Ricchiuti. Da quel momento la puzza del gol si è cominciata ad avvertire nell’aria. Infatti, nonostante un paio di intervanti salva tutti di De Sanctis, Gomez è riuscito ad equilibrare l’incontro, approfittando anche della dormita di Zuniga appena entrato. Solo nel finale si è rivisto il Napoli che piace a noi, ma l’imprecisione, la stanchezza e il poco tempo rimasto, non ci hanno permesso di ritornare a casa con il bottino pieno.
Ancora è un mistero per me, il motivo per il quale, Campagnaro, solo in area, invece di tirare in porta, abbia cercato un assist improbabile sul secondo palo, così come ancora mi sto mangiando le mani, quando el Matador ha tirato alle stelle il pallone da tre punti. Ma onestamente sarebbe stato troppo e questo punto me lo tengo ben stretto, visto che il lungo campionato passa anche per questi ostici campi e con prestazioni non sempre mirabolanti.
Per cui, va bene così. Le domande che invece mi pongo, con preoccupazione, guardando al futuro prossimo sono: a Catania non c’è stato il turnover. Chi giocherà giovedì contro il Liverpool? Ho già acquistato il biglietto, ma se dovessi ritrovarmi Zuniga dietro le punte a fare il rifinitore, me ne vado. E poi, Cannavaro non sarà disponibile contro il Milan dopo l’espulsione di ieri, chi prenderà il suo posto? Chi? Vi prego, non mi rispondete…
Ciò che invece ricorderò con piacere, oltre alla visita del bel centro storico, la Villa Bellini e il famoso lioto(l’elefantino simbolo della città), sono la grande cortesia e sportività dei tifosi catanesi che sin dal mattino ci hanno coccolato e sorriso e le ottime leccornie culinarie: oltre ai noti dolci meravigliosi, voglio ricordare le bistecche di carne equina e il gelato al pistacchio da leccarsi i baffi. Una menzione particolare anche all’amico Taca che ha sfidato questa giornata estiva(quasi 30°)con un cappotto di Mammut e l’amico Dgiuffre che ci ha fatto divertire sin dalla partenza da Napoli portandoci la sua allegria. Infine, in aeroporto, l’incontro con l’arbitro Bergonzi. L’idea di una fotografia insieme all’artefice della memorabile vittoria contro la Giuve con i 2 rigori fantasma di Zalayeta mi ha sfiorato, ma alla fine, ho preferito farmi ipnotizzare dalla pasticceria che era di fronte, tra cannoli e cassate, eh. Onore a Catania e al Catania. Forza Napoli Sempre
Gianluigi Trapani
Pessimo Zuniga, mi hanno addolcito solo i cannoli
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