Napoli corsaro, così avrebbero titolato la vittoria a Brescia le pagine sportive di qualche tempo fa. Un Napoli con piglio da pirata, che conquista nei mari lontani quel che gli sfugge nel mare di casa.E finora lo scorporo della somma dei punti dà ragione a questa immagine salgariana. Congiunture, periodi particolari, problemi tattici o emozionali da risolvere. Poi il vascello riprende una navigazione regolare anche sotto costa. Accade quest’anno, accadeva in altre epoche. Una volta, era il lontano 1954, si verificò una successione di risultati negativi che toccò la durata di 6 partite consecutive in casa, col misero bottino di due punti, due pareggi. Era il Napoli di Bugatti,Comaschi, Viney; Castelli, Tre Re, Granata; Vitali, Ciccarelli, Jeppson, Amadei e Pesaola, in formazione base. La serie nera cominciò alla quarta giornata, 0-2 col Torino. Proseguì col Milan (0-2), poi col Novara (1- 2) e con la Triestina (0-2). Entrò in azione allora un personaggio che i tifosi del Vomero ben conoscevano: un uomo con in testa un cappello piedigrottesco da ammiraglio e in mano un improvvisato turibolo, in realtà una vecchia “buatta”, che spargeva intorno fumi di incenso. Era l’uomo del rituale anti-malocchio, già da mezzogiorno piazzato davanti al cancello degli spogliatoi. Niente vittoria, ci fu un pareggio con la Fiorentina,uno a uno. E la domenica dopo arrivò un altro stop, 2 a 1 per l’Inter. Un punticino con la Samp non bastò certo a risollevare gli animi. Ma l’uomo dell’incenso non si scoraggiò, era meno emotivo dei tifosi depressi. E venne il giorno della svolta. In campo il Catania, con la speranza di partecipare al banchetto. Non fu così. Vitali, elegante ala destra, segnò due gol e il Napoli ruppe l’incantesimo. Orgoglioso, il turibolante tornò anche per la successiva partita in casa. Arrivava il Genoa e lui si presentò davanti allo stadio con una novità: un cartello dipinto a mano, con un ciuccio rampante e una scritta in rima popolare: “Ciuccio m’affido a te, no uno hadda essere ma tre!!”. Manco a dirlo, il Napoli vinse per tre a uno. Mimmo Liguoro
La buatta e l’incenso
per vincere in casa
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