Un urlo solo allo spirare della partita, in pieno recupero, nella notte gelida di Fuorigrotta, per scardinare l’arcigna, ostruzionistica, fallosa gara difensiva della Steaua. Un urlo solo: Cavani! Ed è il gol (1-0) che vale al Napoli il passaggio del turno a gironi dell’Europa League, unica squadra italiana a riuscirci. Anche a Bucarest il Matador aveva colpito nel recupero fissando il rocambolesco 3-3 dell’andata. Sul corner di Hamsik, nel mucchio dei difensori, Cavani sviava di testa in rete il pallone decisivo (92’).
E’ la prima vittoria, importante, decisiva, del Napoli nel girone europeo. E’ il primo gol segnato al “San Paolo” dopo le partite senza reti contro Utrecht e Liverpool. Ed è la qualificazione meritata ai sedicesimi perché, nel tumulto di un match che la Steaua ha giocato asserragliata in difesa, nella frenesia dell’assalto azzurro sfuggivano al Napoli quattro palle-gol e Cavani colpiva un palo.
La fortezza romena, dieci uomini dietro la palla, alla fine è crollata. Lacatus aveva impostato la partita per strappare il pareggio della qualificazione. All’ultimo momento ha inserito un difensore in più, Martinovic, sulla linea a quattro dei terzini, avanzando il centrale di difesa Gardos a centrocampo, in realtà davanti alla difesa per un solido 4-1-4-1.
Di fronte alla munitissima trincea della Steaua al Napoli mancavano Lavezzi, infortunato, e Gargano, squalificato. Cioè l’attaccante che col suo gioco anarchico, imprevedibile, con i suoi guizzi e i suoi dribbling avrebbe potuto disorientare e incidere nella difesa a oltranza dei romeni. E mancava il piccolo, inesauribile combattente di centrocampo che avrebbe assicurato più ritmo e cambio di velocità nella zona centrale. Alla Steaua mancavano il cannoniere Kapetanos, l’insidiosa ala destra Nicolita e il fantasista Tanase. Ma per la partita a catenaccio organizzata da Lacatus le assenze romene pesavano meno di quelle napoletane.
E’ stata subito dura perché s’è visto immediatamente che razza di partita avrebbe giocata la Steaua chiudendo tutti gli spazzi, raddoppiando e triplicando le marcature, ostruendo le corsie esterne, facendo spesso un pressing alto per soffocare alla fonte il gioco del Napoli. Il progetto tattico di Lacatus, un catenaccio alla romena, sembrava potesse avere un risultato positivo perché, dopo appena dieci minuti, il Napoli mancava il gol che avrebbe orientato diversamente il match. Sull’assist di Hamsik, Cavani concludeva oltre la traversa un autentico rigore in movimento.
Prendeva coraggio la Steaua. Aveva un brivido il Napoli quando, sul ribaltamento di fronte, con la difesa scoperta, Angelov pescava Surdu per il gol. In affanno i difensori azzurri riuscivano a recuperare sventando il pericolo. Questo campanello d’allarme induceva la difesa azzurra a rimanere bloccata così che a centrocampo il Napoli rimaneva ingabbiato dalla superiorità numerica dell’avversario. Prudente Pazienza, non sempre rapido nella giocata Yebda, incerto Zuniga.
Il Napoli doveva giocare in una giungla di difensori e centrocampisti romeni. Avrebbe dovuto alzare il ritmo e giocare a due tocchi. Invece la manovra azzurra era lenta favorendo il piazzamento della difesa della Steaua. Hamsik cercava di organizzare il gioco, ma il Napoli non trovava sbocco sulle fasce. A destra i romeni raddoppiavano costantemente su Maggio. A sinistra non funzionava la fascia dove Vitale e Zuniga, spesso anche Yebda, non erano in serata e perdevano un pallone dietro l’altro. Cavani si muoveva su tutto il fronte dell’attacco, spesso allargandosi, così che il Napoli non aveva mai un riferimento essenziale nell’area romena. Sui cross e sui lanci dalla difesa napoletana, poi, avevano buon gioco i corazzieri romeni (Bonfim 1,87, Geraldo 1,83, Gardos 1,94).
Col passare dei minuti, la tensione, la frenesia, la smania per il risultato, uno solo a favore del Napoli, la vittoria, si traducevano in errori banali degli azzurri nel disimpegno, negli appoggi, nella finalizzazione della manovra. Il portiere Tatarusanu poteva svolgere un lavoro di ordinaria amministrazione. Per tutto il primo tempo non c’era un solo tiro del Napoli nello specchio della porta avversaria.
La tensione cresceva nella ripresa. E, in apertura di gioco, com’era accaduto nel primo tempo, Cavani non riusciva a sfruttare l’assist di Hamsik sull’uscita del portiere (52’). Mazzarri (squalificato, in panchina Frustalupi) toglieva un difensore (Campagnaro) impiegando Sosa (53’) per sostenere meglio l’offensiva. Ma l’argentino dalle scarpette rosse dopo un buon inizio calava visibilmente, imprigionato anch’egli nella ragnatela difensiva della Steaua. Mazzarri giocava anche la carta Dumitru (68’ per Yebda). Ma aumentava la confusione negli ultimi venti metri romeni. Alla Steaua bastava buttar via il pallone. Il Napoli non trovava mai il varco per passare. I romeni perdevano tempo, rimanevano a terra negli scontri, le escogitavano tutte per fare passare il tempo e innervosire il Napoli.
Maggio sfiorava di testa il bersaglio sul terzo assist di Hamsik (67’). Falliva ancora il gol sul cross di Aronica col portiere che usciva a vuoto (83’). E quando Cavani, sull’assist di Pazienza, colpiva il palo sembrava che non ci sarebbe stato verso di abbattere la roccaforte romena. Era entrato anche Dossena (79’ per Vitale). Ma la spinta del Napoli sembrava non dovesse avere esito.
Brutta e rognosa partita, azzurri non proprio brillanti, ma alla fine, poiché contava solo il risultato, il Napoli riusciva a sfondare. Il corner di Hamsik era il quarto assist propizio dello slovacco e Cavani beffava la difesa romena con un abile tocco di testa, settimo gol europeo del Matador. Nel finale, espulso Cannavaro (95’) dopo uno scontro con Martinovic.
Mimmo Carratelli
E alla fine la fortezza romena capitolò
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