Ebbene sì, ho sognato Quagliarella. Saranno state le vongole, il capitone, il baccalà, gli struffoli, non lo so. Ma a un certo punto, sul far del mattino, te lo ritrovo in una macchina, una di quelle piccole: non la Smart, diciamo una sorta di macchina 50, quelle che portano i minorenni. Su un rettilineo, strada indistinta, panorama indescrivibile. Lui è di fianco all’anonimo conducente. Fermo non so perché, come se fosse a un semaforo che di fatto però non esiste. Non abbassa il finestrino, dice qualcosa del tipo: “Devo fuggire, ho paura”.
Dietro di me una pletora di persona. Io sorrido: “Si mette paura, ma figurati, Fabio puoi stare tranquillo, qua nessuno ti picchia”. Poi mi giro e mi rendo conto di averla detta grossa: facce fameliche pronte all’assalto della minicar. A questo punto la scena progressivamente sfuma, dopo un po’ siamo in una sorta di circolo sportivo, scendiamo lungo un viale alberato. “Qui puoi stare tranquillo”. Ma poi mi sveglio completamente.
Buon Natale, napolisti.
Massimiliano Gallo
Ho sognato Quaglia
la notte di Natale
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