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Adulateci pure, è finita
l’età del triccheballacche

Diciamoci la verità, c’è voglia di Napoli. Soprattutto, c’è voglia di far illudere Napoli per poi lasciarci là, col naso all’insù, mentre loro sghignazzano: “Ma davvero ci avevate creduto?”. Il Corsera titola il pezzo rossonero con Allegri che snobba l’Inter e teme il Napoli: “Straordinario con Cavani”, contraddicendo quanto detto domenica sera in tv. Repubblica per il secondo giorno consecutivo apre il paginone di sport con un peana agli azzurri. Ieri l’editoriale di Maurizio Crosetti, oggi una bellissima confezione fotografica con pezzo di Marco Azzi. Parlano un po’ tutti, dal cardinale Crescenzio Sepe, al regista di Benvenuti al Sud Luca Miniero, al vicepresidente dell’Associazione Magistrati Antonello Ardituro. Insomma, com’è che Napoli non abbocca? Che cosa aspettate a esporre gli striscioni, a sparare i tric-trac, a suonare il triccheballacche? Perché non fate il vostro dovere e vi calate nel ruolo che da sempre la storia vi assegna?
E’ qui viene il bello. Napoli, che probabilmente è in altre faccende affaccendate nella vita quotidiana, proprio non si presta alla messinscena folcloristica. Siamo lassù, ma siamo anche consapevoli. Non ci illudiamo, non ci illudiamo più. Probabilmente il merito – o la colpa – è del presidente e della sua “mano tirata”. Però quanto godo nel non recitare il ruolo del pazzariello, di quello che ha il compito di far divertire la gente. Siamo più deboli, lo sappiamo. I vostri complimenti non ci ingannano. Sarà, ma a me questo Napoli asburgico piace. Ha ragione Corbo a dire che Mazzarri ha smussato un po’ gli angoli dopo quell’intervista – che io definii ridicola – al Corriere della Sera. E domenica ha fatto il Mourinho con Gargano, ma per davvero. Così come Bigon non si è lasciato più andare dopo che caro gli costò quel riferimento alla Playstation.
Siamo napoletani, ma non fessi. E quell’immagine stereotipata oggi la rinneghiamo. Forse questo ragionamento può essere considerato una copertura ideologica per la parsimonia di De Laurentiis. Chissà, probabile. Fatto sta che oggi sono secondo e soddisfatto. E riesco persino ad ascoltare le sirene. Ci siamo legati al palo. Tutti noi. Anche se abbiamo una voglia matta di slegarci.
Massimiliano Gallo

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