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Re Maggio dona loro
tre polpette

Appuntamento alle sei sotto casa (ho scoperto oggi che oltre alle sei del pomeriggio esistono pure quelle di mattina). Siamo in sette in due auto. Direzione Casalecchio. Ci attende un pullman del fan club Napoli bolognese che ci porterà a San Siro. Se trasferta deve essere, bisogna farla da tifoso doc. Stranamente, a parte qualche cazetta di ordinanza, non siamo attrezzati con pranzi al sacco epici di cui sono capaci solo due categorie: muratori e tifosi del Napoli. Manca pure la classica Peroni, official sponsor sindacale. Mezzacapa mi ha riferito che a Milano c’è un clima rigido e così mi sono combinato in perfetto Totò’ style.. Maglia “della salute” in pile, maglione a collo alto sotto un altro maglione, sciarpa, guanti e cappello (il colbacco non l’ho proprio trovato). Ciliegina sulla torta: sotto al pantalone mi sono sistemato una bella calzamaglia di mammà di lana vergine.. leggenda vuole che la pecora non attraeva né piecori né pastori..  Il mio amico di trasferta, Ciro, mi sta prendendo in giro dall’alba: “’a partita sta a Milano, no a Stoccolma”.. sarà, ma io so freddagliuso assai.
Ore 7.40. Ci fermiamo all’area di servizio di Teano per la colazione. Svegliarsi così presto mette un certo languorino.. tra cappucci e cornetti spendiamo quanto una finanziaria di Tremonti. Il barista, tifoso napoletano doc, vede sciarpe e cappelli e gli vien voglia di buttarsi in macchina con noi. Per noi l’unica voglia, al momento, è buttare il cornetto plastificato. Anche se affondato nel cappuccino non è proprio una chiavica. Prima di uscire, il barista, con il suo splendido sorriso color mappina per lavare a terra, profetizza: “Stasera vincimm 2-1, Lavezzi e Cavani all’ultimo minuto”. Così scopro che è molto difficile grattarsi con troppi abiti addosso. Riesco nell’impresa e guardandomi allo specchio mi congratulo da solo con gli occhi. Peccato che alla scena abbia assistito un’anziana signora che mi lancia un’occhiata manco fossi Pacciani.
Ore 9.30. Mi viene il più classico degli abbacchiamenti.. Scatta la rappresaglia. L’ottimo Ciro ha sistemato un cd d’annata di Nino D’Angelo nello stereo. “Forza Napoli dint’ all’uocchie e sti guagliune…” e mi arripiglio un poco. Ma proprio poco. Zzzz… Ronf… ronf…
Ore 12.30. Ci fermiamo in un’altra area di servizio. Dai rumori di chi scende dalla macchina scopro che in realtà potrebbe anche chiamarsi “aria di servizio”.. Per non avere problemi sciarpe e cappelli li lasciamo in macchina. Posso solo dire che se il Burgher King è quotato in borsa oggi i suoi titoli hanno avuto un’impennata straordinaria e hanno dovuto sospenderli per eccesso di rialzo. Siamo a metà tra una trasferta e una pasquetta. Evidentemente i pranzi e i cenoni delle feste sono già un lontano ricordo per i nostri stomaci voraci. A chi mi chiede cosa penso farà il Napoli stasera rispondo che perderà… Levatemi tutto ma non le mie lacrime napoletane. “Io vengo per vedere San Siro – rispondo – non ci sono mai stato”. Intanto ho tolto il primo maglione. In macchina si muore di caldo e gli amici mi dicono che mentre dormivo c’erano sommozzatori attrezzati in cerca di cozze tra le mie cavità ascellari… (tanto per chiarire, STO SCHERZANDO, ho un’igiene personale  irreprensibile: a Natale ho fatto pure il mio solito bagno annuale..).
Ore 12.35 Di nuovo in macchina. Boato alla notizia dell’infortunio di Quagliarella, secondo boato dopo l’espulsione di Felipe Melo, il terzo arriva al gol di Giovinco
Ore 18.00 – Partiti da Bologna dopo un mondiale tortellino in trattoria. Siamo alle porte di Milano. Si uniscono le voci e salgono i cori.
Ore 18.30 – Piove che è una meraviglia, prevista neve. Il tasso alcolico dei tifosi è alle stelle. Il tifo è alle stelle. E’ nato il coro comm’è bell comm’è bell quagliarell ca’ stampell”

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