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Indosso una corazza per paura di volare

Sono preoccupato. Non riesco a pensare a momenti diversi da quelli che sto vivendo adesso. L’emozione e l’incredulità che provo in questo istante, nonostante tenti in ogni modo di saldarmi i piedi nel terreno, mi riporta volando indietro di 25 anni. Mai, mai trionfatori. In quei giorni che ogni momento poteva essere quello giusto, ma che mai sembrava arrivare. Sempre affrontato con l’armatura difensiva per non restarci troppo male nel caso di incidente di percorso. Del solito incidente di percorso. Tante volte ci abbiamo voluto credere, perchè non se ne poteva (può) fare a meno, e troppe volte ci siamo ritrovati a mangiarci mani e limoni e a disperarci per un cuore ingrato o per un autogol assurdo. Con quella incoscienza e con quella incredulità però, ho goduto fino all’ultimo secondo delle gioie che questi colori hanno regalato negli anni che furono. E ho goduto senza rendermene pienamente conto per il timore che da un momento all’altro qualcuno avesse potuto svegliarmi dal sogno dicendo: “Gigì, scetati, la radio ha detto che Pellegrini gioca” o “Gigì, scetati, la radio ha detto che Ferlaino s’è comprato a Penzo”. Beh, non è stata una semplice illusione o una fantasia. Il sogno si è materializzato solo quando ho visto le braccia alzate in quel caldo pomeriggio, ma prima di quel giorno c’ho creduto ma non c’ho creduto. Ecco, ora ci credo, ma poi mi convinco che la mia è solo follia, frustrazione. No, no, non è vero, non ci credo. Eppoi, soprattutto, non si dice…che porta male, eh.
Non dico niente e non voglio credere nemmeno ai superottimisti, sempre felici che risultano contenti anche se prendiamo 3 sberle dall’Atalanta. Però, ammetto, a questo punto, diciamocelo, sono preoccupato.
Ho letto sui giornali e sul web titoloni esorbitanti sul Napoli e in particolare sul nostro gioco. Sul nostro gioco? Sono preoccupato perchè il Napoli a Bari non ha giocato una grande partita. Ha concesso il nulla cosmico, ma il ritmo imposto all’ultima della classe è stato tra i più soporiferi della storia e le nostre azioni pericolose si sono sviluppate più per l’imbarazzante linea difensiva barese che per nostri meriti. Difesa solida e compatta, la nostra, centrocampo attendista e assai impreciso (Gargano ha battuto tutti i record di passaggi sbagliati), Zuniga diligente, Maggio ottimo in entrambe le fasi, Hamsik più centrocampista che attaccante, Lavezzi più centrocampista che attaccante e Cavani isolatissimo e nervoso.
Sono preoccupato perché  abbiamo vinto due a zero netto, senza discussioni.
Ma quand’è che avremmo vinto una partita del genere? Quando? Sono bastati 2 attimi di concentrazione, un paio di fiammate, un tacco maleducato e una fulminante accelerazione e nella nostra cassa magica ci siamo ritrovati altri tre punti d’oro, buoni per sognare veramente (anche se non lo diciamo e non ci crediamo, eh). E più passano le giornate e più mi convinco che non è solo l’entusiasmo a farmi delirare.
Io adoro questa squadra sempre di più, ma ci voglio ragionare.  Quella di Bari è la tipica trasferta che in passato avremmo maledetto. Quella dell’ennesimo esame di maturità non superato. Dopo le mirabilie di Genova con la Samp e di Cesena e dopo le vittorie sofferte di Brescia, Cagliari e Genova, a Bari si è vinto come una squadra matura sa fare quando non dà il massimo. Due colpi di classe, gestione del risultato e delle energie in vista dei prossimi difficili impegni e tutti a casa. Esulto, m’infervoro, fantastico e prendo coscienza che forse siamo realmente una grande, forse…
…un attimo, chiudo gli occhi, e penso  a Bruno Giordano che infilza prima il Torino e poi, con un replay, l’Atalanta in due difficilissime trasferte. Bum… Giuro che è stato solo un secondo, un flash e ora non ci penso più. Tanto tra poco arriverà qualcuno che mi sveglierà disilludendomi: ” Gigì, scetati, alla radio dicono che oggi ci sarà l’esordio di Artistico e Pavon” o ” Gigì, scetati, siamo arrivati. C’è il primo allenamento di Edmundo”.
Ma poi, accendo la radio e sento Campagnaro che dice: chiunque verrà qui, sappia, che farà parte di un gruppo.
Ma sono convinti anche loro o è una mia fantasia? No, perché se ci credono davvero anche loro…io non mi scèto più.
Sono preoccupato per me. C’è qualcosa nell’aria, ma non so se è vera… Non lo dico, ma ci penso e ci credo.

Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca
di Gianluigi Trapani

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