Il Napoli di ieri non è stato all’altezza delle ultime uscite casalinghe. Cuore sì, voglia anche, ma anche tanta tanta confusione. Eppure lo zio Walter aveva avvertito tutti nel pre-gara: non si può incontrare la Giuve ogni settimana e divertirsi, bisogna trovare gli stimoli ed essere concentrati. Ed invece, al San Paolo, abbiamo assistito ad una delle partite più lente della storia, tanto che a un certo punto ho dovuto svegliare il mio amico Cucù dal letargo che si era impossessato della sua mente. Tutti, dopo il novantesimo, avevamo sperato in un ennesimo miracolo e tutti abbiamo affermato dopo il triplice fischio: lo sapevo, questa era chiaramente la partita più ostica. Ci avevano abituato troppo bene i ragazzi e questo pari ha un sapore aspro in bocca, pur consapevoli che ci sta tutto e che non si possono vincere tutte le partite.
C’è anche da dire che, essendo un anticipo, tutta l’Italia era impegnata a guardarci. Li ho sentiti tutti gli “occhi”. La schiena ad inizio partita mi pesava come non mai e le orecchie hanno cominciato a fischiare dopo pochi scampoli. Il ragazzetto vicino che mi aveva anticipato di aver giocato lo 0 a 0 sulla bolletta e il solito depresso dietro che, come ogni domenica, ha sentenziato “stasera nun ‘a veco bbona”, non lasciavano presagire altri eventi soprannaturali. Non posso rivelare il miei ovvi riti scaramantici di difesa solo perché il sito è frequentato da signori, ma visto l’andazzo ci siamo premuniti di coroncine di peperoncino e teste d’aglio giganti contro i vampiri ed affini che vorrebbero il nostro sangue e la nostra lesta caduta. Ma non è bastato. Ho pensato a Cavani, al Pocho, ho stretto i denti e mi son detto: fatelo per me, vi prego, ancora una volta, fatemi un golletto e mettete a tacere tutti. Purtroppo , la partita ha preso dopo una decina di minuti la piega che si poteva prevedere ma che nessuno voleva accettare. Imbrigliati e poco lucidi, gli azzurri hanno fornito una prestazione incolore. I due tenori rimasti in campo hanno solo giochicchiato e il resto della squadra non ha saputo dare una valida alternativa pur spingendo sino alla linea di fondo. Due tiri in porta che io avrei parato coi piedi e un De Sanctis inoperoso hanno determinato il risultato più logico. E’normale però, che a questo punto ci si pongano delle domande, e non per il pareggio in se, ma per il gioco inespresso. Hamsik assente, di cui ci raccontiamo ogni domenica la storiella del “poteva fare di più”, ha lasciato un grande vuoto. La luce e le idee dello slovacco sono mancate. Abbiamo sperato che il suo sostituto, Sosa, potesse finalmente dare dimostrazione delle sue capacità e invece… E invece il principito ha toppato. Ha giocato praticamente solo il primo minuto quando ha fornito un buon assist per Cavani. Per il resto, qualche tocchetto, tanti errori, un pesce fuor d’acqua, mancanza di personalità ed in alcuni frangenti mi ha ricordato Hoffer. E’chiaro che a questo punto, considerando che la squalifica, l’infortunio o una giornataccia di uno dei tre tenori non possono lasciare la squadra con un uomo in meno, è evidente che si necessiti di qualcuno che possa essere per lo meno una alternativa di presenza, ma chi? In secondo luogo, c’è da registrare l’infortunio del nostro Ficarra Grava, a cui faccio un grande in bocca al lupo ed auguro un presto ritorno in campo, che apre scenari su una non cessione di Santacroce e di un pronto intervento sul mercato per rinforzare la difesa che ora ha gli uomini contati, ma la domanda è sempre la stessa, ma chi? Ma chi? Spero che a breve avremo delle risposte.
Non ho mai avuto una grande simpatia per la Fiorentina da quando ero nella culla. Non so precisamente il motivo, ma non mi è mai piaciuta. Forse sarà per quel brutto viola che porta tra l’altro sfiga o forse per quel gol di Monelli da centrocampo che non ho mai digerito o anche per il latrocinio dell’anno scorso. Sta di fatto che alla fine dei conti, io sto pari me lo tengo stretto e mi auguro che a Bari si possa di nuovo assistere ad una delle famose sinfonie e che i tre punti ci ritornino a trovare, eh. Non bisogna mollare. Siamo sempre lì.
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
di Gianluigi Trapani
Ho sentito gli “occhi” dell’Italia addosso
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