Trionfo di Cavani: un’altra tripletta dopo quella alla Juventus, svettante goleador del campionato. Gran concerto dei tre tenori. Segna anche Hamsik.
Sventolio di sciarpe e di gol al “San Paolo” contro la Sampdoria. E’ un pomeriggio felice. Il Napoli massacra la migliore difesa del campionato (4-0 ma nelle retrovie della Samp mancano Gastaldello e Lucchini). Secondo posto saldissimo, sette vittorie nelle ultime dieci partite, settimo risultato utile consecutivo in casa (sei vittorie e un pareggio), De Sanctis imbattuto da 395 minuti. Il Napoli fa strage di primati. Trionfo di Cavani: un’altra tripletta dopo quella alla Juventus, svettante goleador del campionato. Gran concerto dei tre tenori. Segna anche Hamsik. Non segna Lavezzi, ma è una furia. Sono suoi gli assist del primo gol di Cavani e del raddoppio di Hamsik. Nel finale gioca in attacco da solo con fughe lunghissime che lasciano sul posto i difensori sampdoriani, bruciati in velocità. Unico neo del Pocho: l’ammonizione che gli farà saltare la partita di mercoledì a Verona contro il Chievo.
Questo Napoli gioca ormai a memoria. Lieve turn-over di Mazzari per la settimana di tre partite. In campo Santacroce (fuori Aronica, con Campagnaro a sinistra), Zuniga (Maggio a riposo), Yebda (per far rifiatare Pazienza). Ma la musica non cambia. I tre sostituti si inseriscono a meraviglia. Yebda, a un certo punto, vuole strafare (persino un colpo di tacco in fase difensiva), ma poi si calma e gioca con ordine, va anche al tiro (alto). Santacroce cala nel finale con qualche fallo di troppo. Zuniga è vivace, copre e attacca.
La Sampdoria, senza più Cassano e Pazzini, con cinque giocatori indisponibili, comincia con disinvoltura. Arretra Guberti a fare il trequartista, dietro le punte Maccarone e Macheda, anziché tenerlo largo a sinistra. E così la Samp si impossessa del centrocampo, ma va al tiro, neanche pericoloso, una sola volta con Macheda. Il Napoli è in agguato. Sembra costretto a difendersi. Sta solo aspettando di colpire di rimessa. E il giochino è subito evidente. La Samp cuce merletti nella zona centrale. Il Napoli guizza in contrattacco, taglia il campo, va veloce. Quando il Napoli accelera, la Samp annusa la condanna.
Un quarto d’ora di marca doriana senza impegnare De Sanctis, poi, zàc, da Yebda a Lavezzi, assist del Pocho per Cavani leggermente a destra, il Matador aggancia di sinistro mettendo a sedere Accardi e infila di destro (16’). Nel suo momento migliore (più fumo che arrosto), la Sampdoria si consegna alla sconfitta. Sembravano più freschi e in palla i blucerchiati (Samp e Napoli avevano giocato al mercoledì in Coppa, e il Napoli s’era sciroppate due ore di gioco). Illusione ottica. Dopo un quarto d’ora c’è un Napoli padrone spietato del match. La difesa non ha problemi. Maccarone e Macheda (deludente) sono bloccati da Cannavaro e Santacroce. In mezzo al campo il Napoli prende il sopravvento. Si fa vedere Yebda con bella padronanza. Gargano va nello spazio. Sulla sinistra spingono Campagnaro e Dossena. A destra Zuniga preme senza incartarsi. E i tre tenori sono là a decidere la partita. La Samp non attacca più. Si piega alla supremazia del Napoli. Soffre terribilmente sulle accelerazioni di Lavezzi, perde il controllo di Hamsik, subisce la pressione di Cavani che entra in partita da lottatore.
Quando sull’ennesima combinazione veloce degli azzurri, Accardi atterra Cavani in area sull’assist delizioso di Hamsik, il rigore sancisce le difficoltà dei genovesi a difendere. Dal dischetto, il Matador spiazza Curci (44’) e sul 2-0 il destino del match è segnato.
In apertura di ripresa, il Napoli stende definitivamente l’avversario. Lavezzi è incontenibile sulla sinistra. Due doriani non riescono a prendergli neanche la maglia. L’assist basso del Pocho per Hamsik è un invito al gol. Il principino di Slovacchia esegue con arte sopraffina. Evita un difensore e infila l’angolo lontano (48’). Requiem per la Sampdoria (quarta sconfitta consecutiva fuori casa). Non c’è più bisogno di spingere. Il Napoli gioca a tenere palla per non sprecare altre energie. Rallenta il ritmo, pensando al match di mercoledì. La Samp è soggiogata. Va a strappi, ma non impegna mai De Sanctis (non lo impegnerà per tutta la gara). Si batte Maccarone, ma è marcato stretto da Cannavaro o è anticipato da Santacroce. Scompaiono di scena Guberti e Macheda. La Samp tenta di ravvivarsi con Biabiany (56’ per Macheda), ma la difesa azzurra non concede confidenze. E dall’altro capo del campo c’è un Matador ingordo. Il lancio di Gargano verso destra scatena Hamsik e Cavani che entrano in area in coppia. Lo slovacco, con grande altruismo, tocca per Cavani e la palla è in rete (57’). Tutto in velocità. Un balletto delizioso. La tripletta issa nuovamente il Matador sul trono dei cannonieri del campionato (17 reti, record dell’uruguayano in Italia). La Samp, quest’anno, non aveva mai preso quattro gol.
L’ultima mezz’ora è senza storia. La Samp non ha mai dato l’impressione di poter far danni. C’è modo di vedere Sosa (58’ per Hamsik) e Lucarelli (63’ per Cavani). Ma la gara è ormai decisa e il Napoli attacca di meno. Lucarelli non arriva di testa su due cross. Sosa fa un paio di buone cose, ma è ancora evanescente. Lavezzi, forse con la rabbia del rigore sbagliato contro l’Inter e perché mercoledì non giocherà per squalifica, fa partita a sé con un finale spettacolare di fughe irresistibili. Continua a puntare l’area della Samp. Scrosciano gli applausi. C’è tempo per vedere Cribari (69’ per Cannavaro). I cambi della Sampdoria sono ininfluenti (49’ Dessena per Zauri affaticato, 69’ Poli per Tissone). Il Napoli, affamato di gol e di gloria, ha fatto la partita come ha voluto. E’ una “grande” questo Napoli? E’ un grande Napoli, per il momento.