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Milano compra, se ne frega del fair-play

Austerity, per favore vai via, non aver la mania di abitare con me. Non siamo tornato ai tempi di Lentini, con l’affare del secolo sull’asse Berlusconi-Borsano, però Milàn l’è sempre un gran Milàn. E non bada più a spese. Nel giro di un mese la Sampdoria, ad agosto in Champions League, si sbarazza dei suoi due campioncini (il terzo, Palombo, magari lo desse a noi) e li porta in dote alle squadre meneghine: prima Cassano, poi Pazzini (12 milioni non sono poi così tanti). Questa, poi, fa sorridere. L’Inter, evidentemente, aveva bisogno di un centravanti. Milito ed Eto’O non bastavano. E certo, potrebbe dire qualcuno, si sono lasciati sfuggire Cavani. I rossoneri, oltre a Fantantonio, hanno preso anche Van Bommel e – en passant – Vilà dell’Espanyol. Così, da un giorno all’altro.
Noi, invece, siamo stati lì quattro mesi ad attendere l’arrivo di Ruiz. Vabbè, ma noi siamo la periferia, loro sono la capitale del calcio. Nel mio intimo credo che De Laurentiis non abbia torto a ponderare gli acquisti – anche se ovviamente lui lo fa perché bada al portafogli. Però, diciamoci la verità, il fair play e tutte le favole che raccontano lui e Platini al momento sembrano fantascienza. Vince chi sborsa i danè, c’è poco da fare. E poiché quelli spesi in estate – con Ibrahimovic, ad esempio – non sono bastati a fare il vuoto, ecco pronto un aumento di capitale. Noi proseguiamo con la nostra politica della mattonella. Nulla da dire, ripeto, forse è la scelta più oculata, però mi sa che sarà dura competere.
Massimiliano Gallo

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