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Lavezzi, non è mica
da questi particolari che…

Non per polemizzare col professor Trombetti, ma sui calci di rigore io la penso come De Gregori. Nella città dove vivo, ancora discutono al bar di quella sera in cui Paulo Roberto dal dischetto non ci volle andare. Una volta qui, ho verificato che non sono pochi quelli che non gliel’hanno mai perdonata.  E sì che quella sera altri si assunsero la responsabilità e si ritrovarono con le gambe tremanti, davanti un portiere provocatore, e calciarono laddove ha calciato Lavezzi. Alle stelle. Erano due campioni del mondo, Ciccio Graziani e Bruno Conti.
Me ne ricordo tanti di rigori. Quello di Bellone in Francia-Brasile nell’86, ingiustamente convalidato dall’arbitro. La palla toccò il palo e poi la schiena del portiere la condusse in porta. Ai calci di rigore, però, la respinta non vale. In quella partita, dal dischetto sbagliarono anche Zico e Platini. Ricordo, più di recente, la scivolata di John Terry nella finale di Champions perduta in maniera incredibile dal Chelsea orfano di Mourinho. Il pallone spedito alle stelle da Baggio, la traversa che ancora trema per il tiro di Di Biagio. Senza voler tornare a quel famoso palo di Tolosa. Diego, in realtà, ne fallì anche altri. Mi fermo qui, ma ce ne sarebbe per una vita intera.
Insomma, sapete quel che penso del Pocho, ma non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia.
Massimiliano Gallo

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