Pacato e tranquillo l’inizio di gara mentre la pioggia continuava a scendere. Fraseggio della Samp a centrocampo con qualche buona sortita offensiva, un paio di calci d’angolo e tutto sembrava che si stesse incanalando verso una soporifera partita con ritmi afflosciati come quelli riscontrati contro la Fiorentina. I nostri infatti, apparivano un po’ contratti ed in difficoltà nel fango e nelle pozzanghere del San Paolo. Poi, dopo quindici minuti è riapparso il sole, i muscoli si scioglievano e quella eccessiva tranquillità si è compreso che poteva definirsi solo calma apparente. La quiete prima della tempesta. Un paio di mareggiate di avvertimento, soprattutto sul lato destro con le scorribande di Camillone assai in palla e poco dopo, un’improvvisa onda anomala si abbatteva sul già incerottato team blucerchiato, devastandolo. Un’onda che in poco tempo si trasformava in un vero e proprio tsunami. Ormai il Napoli mi aveva abituato a soffrire fino all’ultimo istante e anche ieri ero pronto con santini ed amuleti a farmi prosciugare la voce e farmi sfinire oltre il novantesimo. Invece, con sempre più sorpresa, dopo 45 minuti, la partita era già finita. Lo schiacciasassi azzurro ha letteralmente spazzato via l’avversario, affondandolo e trascinandolo negli abissi di una terrificante sconfitta. Il Napoli di ieri è stato perfetto in ogni suo reparto. Per la maggior parte del tempo mi ha dato l’impressione di essere robotico, matematico, come una slot machine sempre con il tris inanellato a sputar gettoni. E che tris! Il tris delle meraviglie.
Tutta la squadra, giornata dopo giornata, sta dimostrando una solidità collettiva sempre più impressionante, anche i famigerati non titolarissimi, molto criticati in passato. Nelle ultime 10 gare, abbiamo subito goals solo al Meazza contro l’Inter, non ne prendiamo al San Paolo da novembre ed ora siamo secondi non solo nella classifica generale, ma anche come miglior difesa e come miglior attacco(insieme ad altre 4 squadre). Ma un elogio, un’ammissione e un applauso particolare ai tre-tre, che ieri al massimo della forma ci hanno fatto letteralmente impazzire e divertire, mi sembra doveroso.
Il Pocho, che per me resta l’anima di questa squadra, ha reagito alla grande dopo la delusione di Coppa, fornendo una prestazione infaticabile ed inesauribile, dispensando novalgine e cartellini gialli a tutta la retroguardia doriana. Cavani, a cui sono stati affibbiati soprannomi di ogni tipo e tutti gli aggettivi positivi del vocabolario, oggi, dopo la terza tripletta della stagione e dopo essersi impossessato dello scettro di bomber della serie A (17 reti in 22 partite, il massimo raggiunto da Careca è 19), lo definirei l’Eddie Merckx, il cannibale del gol (l’avete visto come s’è fiondato sul pallone prima di calciare il rigore? quella è fame). E infine, Maestro Marek. Volevo già farlo immediatamente dopo la lenta gara pareggiata contro i viola in cui lo slovacco era assente, ma ho atteso una prestazione degna del suo talento prima di scusarmi: mi genufletto e gli chiedo venia se a volte l’ho ritenuto abulico e senza attributi. Gli chiedo scusa perché, a prescindere dalle mirabile sciorinate ieri al San Paolo, mi sono reso conto che sempre si può vincere con questa squadra, ma che senza di lui, il gioco e le geometrie subiscono un regresso innegabile. Piano, piano è entrato nei meccanismi di questo nuovo ruolo a cui non era abituato. In alcune partite l’ho definito irritante e con poca personalità, ma alla fine invece, ho capito che quei tocchetti e quei retropassaggi infiniti a ricucire centrocampo ed attacco sono fondamentali per l’economia del nostro gioco. E la sua grande capacità di smarcarsi e di liberarsi del pallone in tutte le situazioni nella maniera più giusta e semplice, è disarmante per gli avversari e per noi che lo ammiriamo. Che classe. Ad un certo punto, ieri, dopo l’ennesimo elegante ed intelligente cambio di gioco, poteva anche piazzare un cartello in mezzo al campo con scritto “Tutti a scuola-calcio da Maestro Marek” e insegnare come ci si muove in campo e come si calcia il pallone. Marek, scusa se ho dubitato di te. Sei immenso. Quando ci sei, tutti giocano meglio. Quando non ci sei, si nota e non si vince.
Sì, sì, con i nostri tre colonelli-tenori in questo stato di grazia, veramente c’è poco da fare per chiunque e secondo me, quella di ieri per loro è stata la miglior partita a livello d’intesa. Difatti, i quattro episodi vincenti, tra assist e goals hanno tutti il loro marchio di fabbrica, senza contare la marea di giocate che ci hanno fatto spellare le mani. Grazie, grazie, grazie. Con voi, il resto della ciurma e l’ammiraglio Walter al timone, la nostra nave azzurra può affrontare qualsiasi avversità e qualsiasi tipo di mare. Avanti così, senza pensare. Nulla può far paura. E’tutto vero. Nessun dorma.
di Gianluigi Trapani
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.