“Stai luntano da stu core e a te volo cu ‘o penziero” – è così che inizia il vero inno del Napoli: quello non ufficiale e non imposto. Del resto (spesso credo per fortuna) viviamo nella città dove la regola non scritta vale molto più di quella vidimata e cartabollata. È l’incipit di una struggente canzone d’amore di inizio secolo (1915): un innamorato che parte e un altro che resta. E cos’è questo Napoli se non un amato che parte per la guerra (per fortuna soltanto calcistica) e tutti noi che stiamo ad aspettarlo e ad amarlo? “Oi vita, oi vita mia”: sono risuonate anche all’Olimpico quelle parole, perché l’amore può dare senso e completezza ad una vita e diventarne l’essenza. “O surdato nnammurato” è meravigliosa anche per un altro aspetto: confrontata con altre canzonette dell’epoca racconta di un amore puro, senza condizioni, non prescrive che l’innamorato torni vincitore. È un amore “a prescindere”, come direbbe Totò, “l’amore che non chiede” direbbe Vittorio De Sica (Toro di Sorrento). Per una notte ancora ci riscopriamo sempre più innamorati pazzi di questa squadra fregandocene un po’ di quelli che pensano che il calcio sia soltanto un gioco, una passione puerile. E non ce ne vogliano le nostre fidanzate o le nostre mogli se, come spesso accade, allo stadio cantiamo «La Domenica ti lascio sempre sola per andare a vedere la partita.. perché perché io il Napoli lo amo più di te». Anzi, le gentili signore e signorine ne approfittino: per adesso sottraiamo del tempo a loro soltanto di Domenica e, saltuariamente, di Giovedì.. dal prossimo anno speriamo di essere sempre più presi dal nostro “O primmo ammore” anche di Martedì o di Mercoledì (leggesi Champions League).. Ma per una notte, almeno nel giorno di San Valentino, ogni napolista faccia il suo dovere: porti la moglie a cena e i bimbi a casa della nonna, le porti dei fiori e magari anche qualche cioccolatino. E, nel caso l’impeto d’amore fosse un po’ sciapito da troppi anni di convivenza, tratti la sua signora come se di fronte avesse El Matador dopo un gol. Auguri anche a te, Cavani, che oggi compi quattro anni in più dei tuoi venti gol segnati. Sperando di effettuare il sorpasso prima possibile. Ogni napolista si unisca al proprio amore: del resto non c’è miglior afrodisiaco per un vero tifoso di una grande vittoria. Che ogni napolista osservi quest’usanza: fino adesso è andato tutto bene.. non vorremmo mica che il Napoli inizi a rallentare per colpa di qualche gufata ben assestata dalle nostre compagne di vita?
E, per chi ancora non ha trovato un proprio amore, questo può essere certamente un San Valentino felice: il Napoli, ‘o primmo ammore vince e consola così tutti possono essere contenti. «Ma scetanneme ‘a sti suonne, mme fai chiagnere pe’ tte»: ma non è un sogno, è tutta realtà. Buon San Valentino Amore mio, buon San Valentino “Oi Vita mia”.. ma soprattutto GRAZIE perché ti lasci amare e a modo tuo sai amarmi.
Valentino Di Giacomo
Buon San Valentino Napoli, auguri Edinson
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