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E’ uscito un biglietto, ho deciso vado a Milano

Cedo alle mie stesse insistenze e vado a Milano. Partenza lunedì mattina, rigorosamente col treno perché è più comodo dell’auto nella quale, notoriamente, non puoi scrivere al computer, alzarti per andare in bagno e passeggiare per sgranchirti le gambe. All’ultimo momento “è uscito” un biglietto e si deve dire sì oppure no. Ho detto sì tra mille tormenti: moglie, figlio e cane che restano soli per almeno un giorno e mezzo, il lavoro ecc. ecc. Ma è la partita dell’anno, non potevo dire no. Mi porto l’Ipad della consorte, sperando che non sia complicato farlo entrare allo stadio o, in alternativa, lasciarlo a qualcuno all’esterno. Tra facebook e il napolista devo rispondere a un sacco di domande che gli amici mi hanno rivolto: è vero che a Milano c’è la nebbia? E che quando c’è la nebbia non si vede? Però non porterò spaghetti, galline e mozzarella. Questo no. Con me e il mio amico c’è un virtuale gastronauta con quale si cercherà di assaggiare la cucina indigena, perché “il viaggiatore trova, il gastronauta cerca”, dice il noto (almeno per me) Davide Paolini. Ma non faremo sconti a nessuno, a tavola e sul campo. Da buon (?) commercialista, proverò a dare i voti esatti a ognuno e a ogni cosa. Insomma, tenterò di essere il vostro inviato fiscale. Napolista e fiscale. Mi piacerebbe se il cardinale Sepe fosse qui a dirmi: “A Maronna t’accumpagna”: Gli risponderei con un sorriso, permettendomi di replicare: Grazie, ditele che abbiamo davvero bisogno di lei. Si combatte contro il Diavolo”. Forza Napoli.

Giuseppe Pedersoli

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