Quando Max Gallo mi ha chiesto di costruirgli il sito per il Napolista ho pensato una cosa molto semplice: “Chist è proprio pazz”. L’incontro è avvenuto dalle parti di piazzale Flaminio, a Roma, dove all’epoca curavo il web in una pazza campagna elettorale per le regionali. E così, dato che io a Max non so dire di no, ho passato la fine di quella campagna con un occhio al sito del candidato e uno al portatile sul quale prendeva forma il Napolista.
Max era già stato il mio vicedirettore al Riformista e quindi credevo di sapere a cosa andavo incontro. Molto presto però mi sono accorto che l’animale napolista che è in lui è assolutamente ingestibile, allucinante e scassacazzi oltre ogni misura. Max ama tanto questo sito al punto che contraddirlo sul minimo dettaglio grafico significa infilarsi in cenette alcoliche piacevolissime, ma sempre assolutamente inutili: perché a Max il Napolista non glielo dovete toccare: è il figlio maschio e quindi è bello così com’è, punto, non si ragiona.
Su questo fronte si sono ripetute scene straordinarie che mi hanno fatto capire quanto profonda e genuina sia la passione di Max per questo progetto. Pensate (e qui lo devo sputtanare) che a dicembre mi ha anche chiesto un restyling totale del sito, e quando l’ho finito e l’ha visto gli è preso lo scompenso: gli piaceva, ma non è riuscito ad autorizzare il cambio perché gli sembrava di spogliare la Madonnina sull’altare. “Sì, dobbiamo farlo, lo so, tu hai ragione – diceva – ma io mi devo prima abituare all’idea”. Una tenerezza, ragazzi, che non vi dico. Ad ogni modo il Napolista compie un anno e io lo trovo in forma straordinaria. Un anno fa non avrei neanche lontanamente immaginato che si sarebbe arrivati a questo punto. E allora dobbiamo perdonare tutto al nostro Max, perché il merito è suo. E allora sì, dobbiamo dirglielo: hai ragione tu, diretto’: è tropp’ bell’ ‘o figlio tuoje.
Francesco Nardi, ‘o webmastèr
Direttò hai ragione è tropp’ bell’ ‘o figlio tuoje
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