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L’oroscopo di Paolo Fox
la Canalis e il Pocho

Sono in macchina con la mia banda. Ci stiamo dirigendo verso Parma e mancano ancora un centinaio di chilometri prima di arrivare a destinazione. Piove ininterrottamente da Napoli, il Milan ha pareggiato e l’Udinese ha vinto. Dopo aver disquisito su ogni argomento possibile ed inimmaginabile con tema “il ciuccio”, partendo dal semplice “chi giocherà a centrocampo con Yebda stasera?” fino a giungere ad assurde teorie sul mistero che vede Gargano calciare le punizioni , dopo aver schiacciato un paio di pisolini e scrutato in lungo e in largo i quotidiani sportivi almeno 3 volte, per ammazzare il tempo, mi sono ridotto alla lettura di alcune riviste sparpagliate nell’auto del Minao, mio fraterno amico, ora alla guida. “Canalis-Clooney: è finita, forse”, “Sgarbi vuole Nicole Minetti nel suo show in tv”, “Patty Pravo:la mia prima volta”, questi i titoli del settimanale rosa. Troppo incuriosito da queste notizie, scelgo di leggere solo l’interessantissimo oroscopo. Io che non ci credo. Ho iniziato a leggerlo a voce alta sino a chiudermi soffusamente e gradatamente nel silenzio. Per il Sagittario si prevede infatti un fine settimana meraviglioso, che avrà il proprio culmine nella giornata di domenica 13 Marzo. Cioè oggi, eh. E le motivazioni di questa inattesa nuvola di energie positive sulla mia testa sarebbero dovute, secondo l’analisi di Paolo Fox, oltre a Saturno che è entrato nella casa del Cancro o giù di li, anche ad uno scomodo passato che perderà d’importanza. Chiudendo infine con due numeri fortunati: 10 e 5. Non ho voluto riferirlo ai miei amici e compagni di viaggio. Non ho mai creduto alla fortuna e agli umori decisi dalle meteoriti, ma visto che la previsione è così positiva, perché rovinarla con una confessione che porta sfiga, no? Dire “sono sicuro, vinceremo” è peggio della “buona pesca”. Certe cose non si possono dire, non si devono dire. Questa settimana poi, non è stata una di quelle che ricorderò con piacere ed il passato, lo devo ammettere, mi inchioda. Nelle mie due precedenti presenze al Tardini infatti, ho raccolto i cocci di pesanti sconfitte(3-0 nel ’96 e 3-1 dieci anni dopo in Coppa Italia) e temo fortemente il “non c’è due senza tre” e le mie ultime trasferte sono state Milano e Villareal. Sono batoste ancora fresche. Temo. Tremo. Lo so che non ha senso. Per me poi che non credo agli oroscopi…

E’ l’intervallo. Siamo migliaia. La nostra curva è stracolma. Vedo napoletani ovunque. Ho la sensazione che siano in ogni zona dello stadio. Al “chi non salta” di prima, ho visto tanti balzi anche in tribuna e nell’intero settore adiacente il nostro. Al Tardini c’è il tabellone elettronico ma non ci sono le coperture sulle curve e piove senza tregua sulle nostre teste da più di un’ora. Molti sguardi sono mesti e ci sono un paio di folli che nelle prime file assistono la partita a torso nudo(?!); il Catapo, mio fraterno amico, che con la scusa di aver dimenticato il pacchetto in auto, continua imperterrito a chiedermi sigarette; il tipo capitatomi alle spalle invece è insopportabile. Da prima che scendessero in campo i giocatori, il baffuto signore imbacuccato in una incerata di emergenza e con un paio di gambali di dubbia impermeabilità ha impostato un loop costante, come questa pioggia, sulla mediocrità della nostra squadra e in particolare sulla partitaccia del Pocho. La insostenibile nenia non ha avuto pause sino a un paio di minuti fa e, in alcuni casi(tipo quando il Pocho ha tirato a volo in curva), si è lasciato andare a sfoghi mostruosi con annesso calcio nervoso e violento sul posto. Per cui ad ogni bestemmia, mi è spettato una ulteriore doccia fuori programma, provocata da uno stivale agitato. Per fortuna ora è distratto da un panino ormai spugnato con salsiccia e friarielli. Visivamente è terribile,ma l’odorino mi ha appena ricordato qualche leccornia di Tovagliolo Azzurro e che non ho nemmeno mangiato. Il cambio di posto mi sembra necessario. Continuo a chiedermi dove sia la mia giornata meravigliosa. Sembra davvero tutto contro di me. Non lo so. Mi sento sconsolato. Sono anche nervoso. Il tabellone alle nostre spalle continua imperterrito e impietosamente a ricordarmi quella bordata di Palladino. Doveva essere la partita del riscatto, no? Proveniamo dal periodo peggiore della stagione, chi ci è davanti ha rallentato, chi è dietro s’è fatto pericolosamente sotto e noi? Certo, la flessione atletica, gli errori arbitrali, i soprusi dell’ingiustizia sportiva, l’assenza del Pocho. Certo, il peso di non poter più fallire, il calo del Matador e le denunce del presidente a cui hanno fatto seguito polemiche destabilizzanti. Certo, sono sicuro che invece gli oroscopi di tutti voi 11 siano pessimi, certo tutto, ma ripeto, e noi? Noi ora siamo qui. Il Catapo che mi chiede l’ennesima sigaretta, il signore dietro ha finito di mangiare il panino e ha ripreso la cantilena anti-Lavezzi con lo sguazzo, ho anche un piccolo principio di raffreddore, ho fame e il Napoli perde qui a Parma facendomi riaffiorare le angosce di Udine, in cui fummo cornuti per la sconfitta e mazziati dal gelo e dalla pioggia. No, non ci voglio credere. E’ un incubo. Sento il fantasma di Paolo Fox aleggiare nell’aria. Ha la voce cacofonica di Nevio Scala e continua a ripetermi “ma che sei venuto a fare?”. Tentenno. Titubo. Ma gli oroscopi c’azzeccano? Le stelle sanno parlare? Cosa succederà?

Sono in albergo, disteso bagnato fradicio sul mio letto. Non ha mai smesso di piovere. In camera c’è la tv che trasmette Controcampo, ma il russare del Giuffrè, mio fraterno amico, mi impedisce di ascoltare lo sfogo del ds Leonardi e le follie di Abatantuono. Penso al pacchetto di sigarette vuoto e alla frugalissima cena che ha lasciato un vuoto allo stomaco allucinante. Penso che al raffreddore s’è aggiunto un fastidioso mal di gola. Penso a Paolo Fox. Penso alla partita. Alle urla di gioia al triplice fischio. Penso all’inchino di Maggio e l’ovazione ad Hamsik al momento della sostituzione. Penso all’esordio fantastico di Victor Ruiz. Penso alla giustizia astrale che supplisce quella sportiva e che per un Rosi che toglie ce n’è un altro che dà. Penso alla fenomenale prestazione del Pocho e al signore baffuto che alla fine senza sbattere il piede sul sediolino ha sentenziato “Senza Lavezzi nun simm nisciuno, l’ho sempre detto”. Penso a coloro che non hanno mai smesso di cantare, se non quando è passato l’inno di Mameli. Penso a me e alla mia banda sconsolata all’intervallo. Penso al viaggio di ritorno col sorriso stampato in faccia e la curiosità su cosa si inventeranno i giornali per scagionare Ibra. Penso al viaggio d’andata in cui speravamo di tornare a sognare come stiamo facendo ora. Penso alla seconda finale che ci aspetta. Ripenso inevitabilmente all’oroscopo. Le stelle si sono allineate. Una è slovacca e l’altra è argentina. La terza, quella proveniente da un altro sistema solare, è un po’ in fase calante ma tornerà ad orbitare presto. In soli 4 minuti si sono svegliate dalla loro eclissi, si sono accese ed hanno affondato gli avversari. E questa, caro Paolo, è la combinazione astrale che avevi previsto, eh?. Dopo le tre perle di stasera, il nefasto passato si è completamente sgretolato e il gol di Zola e il rigore di Cigarini sono ormai ricordi buoni per le statistiche. Il presente è meraviglioso. E domani sono sicuro che sarà ancora migliore. Donadoni è avvisato. Ho letto l’oroscopo, eh. Io in fondo c’ho sempre creduto. Ma s’è capito poi, se la Canalis l’ha lasciato veramente George?

Forza Napoli Sempre

La 10 non si tocca. 15-05

Gianluigi Trapani

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