L’altra sera ho avuto l’opportunità di seguire la partita del Napoli da un osservatorio privilegiato. Dopo aver partecipato al convegno celebrativo dei 90 anni dell’Associazione Italiana Arbitri Sezione di Napoli, abbiamo preso parte alla cena nella bellissima cornice di Villa D’Angelo. E’ istruttivo poter assistere ad un incontro di calcio con la consulenza regolamentare in diretta di addetti ai lavori, alcuni dei quali hanno diretto in carriera (quali arbitri o guardalinee) gare di serie A.Ho potuto ascoltare numerose testimonianze della delicatezza della missione arbitrale, troppo spesso sottovalutata da tifosi e appassionati.L’arbitro di oggi deve essere, innanzitutto, un atleta per stare al passo con i ritmi frenetici dell’evento agonistico, conservando la lucidità e il distacco necessari a restare al di sopra di ogni tipo di condizionamento Sarebbe bello se i bambini, guardando il calcio, cominciassero a innamorarsi anche della figura del direttore di gara e ricevessero la vocazione per la cosiddetta “giacchetta nera”,ora di diversi colori. Sarebbe bello se, prima di gridare al complotto, ci si domandasse perché, ad esempio, Aronica salta in maniera così scomposta nell’area di rigore, così da trarre in inganno ad occhio nudo esperti e profani. Sarebbe bello se i calciatori di maggiore esperienza e carisma avessero in campo maggiore rispetto della figura dell’arbitro e non si abbandonassero ad eccessi di disinvoltura nell’interloquire con essi (leggi Totti, Gattuso). Tutto questo rappresenterebbe senz’altro un enorme passo avanti di civiltà e cultura delle regole. Del resto, non si deve dimenticare che gli arbitri costituiscono una componente essenziale dello sport, al pari del pallone!
Avv. Sergio Longhi (Presidente Azzurra Lex)