La mattinata è trascorsa a sorbirmi senza sosta la collega che ha inveito contro tutto e tutti. Il fatto che si parli della sua Giuve solo per il passato e per l’incerto futuro, la uccide. Non riesce ad abituarsi che la stagione della sua gloriosa squadra duri 4-5 mesi. Il “quando c’era Moggi…” è stato il leitmotiv delle sue ore di sfogo e al “tanto all’ultima giornata non vi faremo vincere” ho abdicato definitivamente uscendo anticipatamente dall’ufficio con le orecchie turate. Il mio presente invece è qui, nei pressi di Castellammare, in un antico palazzo a 7-8 piani. Dal mio nuovo dentista. Devo turarmi anche un molare. E’trascorsa già una mezz’oretta dal mio ingresso in questa sala d’attesa e prima di me, di sicuro, ci sono almeno altre 4 persone. Non ho capito infatti, se il signore in completo blu è un accompagnatore o un paziente. Confabula molto confidenzialmente con il ragazzino che gli è di fianco che presumo essergli figlio. Il giovanotto annuisce silenziosamente e intanto guarda le figurine che ha tra le mani. Il padre invece gesticola che sembra Mazzarri e parla ovviamente del Napoli:“Se noi vinciamo a Palermo, l’Udinese perde l’ultima col Milan e l’Inter vince il derby… e se il Lecce vince col Chievo e perde con noi e se…”. Non riesco ad ascoltare l’ennesima prodigiosa tabella. Anche Boskov, dopo averne stracciate dieci, si rese conto che portavano sfiga e smise. E’più insopportabile del chiaro ticchettio del pendolo all’angolo della stanza che mi dà l’impressione di rallentare un tempo già fermo di suo. Tappo le orecchie e mi dirigo verso il divano in pelle nera. Ci sono riviste e giornali infilati ovunque. Somiglia ad un’edicola. Non so che fare. Mi accomodo e cerco di non lasciarmi tentare dall’odore della carta stampata. Le ultime su Lavezzi-City, Cavani-Real Madrid e Mazzarri-? vorrei risparmiarmele. Così come il tubare tra Pato e Barbarella e i tanto infallibili oroscopi. Che faccio allora? Do solo una piccolissima e innocente occhiata. Giusto il tempo di leggere “Milan:idea Pazienza” e “Ottavio Bianchi: il Napoli è ben messo per la vittoria finale” che chiudo occhi e giornale e vado verso la finestra. Ma quanto manca? quando torna il campionato? Che giorno è oggi? Chi è il prossimo ad entrare?Il ticchettio è sempre più limpido e il signore di prima è passato dai pronostici a discorsi tattici e tecnici. Con gli stessi risultati di prima. Il figlio continua ad annuire e maneggiare le figurine e lui a parlare agli Asturi appesi al muro:“Certo Mazzarri ha fatto bene, è indiscutibile. Però, io lo ritengo limitato. Riuscirà a reggere le pressioni, lui che non è abituato a stare lassù?Diciamocelo poi, non ha mai vinto niente. E poi, quel modulo. Basta. Giochiamo a tre dietro oramai da anni. Mai un cambiamento, mai una idea nuova. Però, ha fatto bene, è indiscutibile”. Vorrei intervenire. Vorrei dirgli che in tutto il campionato italiano, non c’è un solo allenatore che abbia vinto. Che il più titulato è Malesani e che le uniche due formazioni che adottano stabilmente quel tanto odiato modulo sono quelle che giocano meglio e che vincono. Noi e l’Udinese. Vorrei anche aggiungere che il suo completo blu è terribile e che ha il tono di voce di un trombone. E invece, tappo le orecchie ancora una volta, e mi eclisso immergendomi tra le frequenze della radio, via telefono. Ora non ce la faccio a rispondergli. Ora no. A “Radiogol” c’è Pozzo che parla dell’incontro che si terrà a fine campionato con il Dela per Ilner e Corradini fa altri fantomatici pronostici con gli azzurri favoriti. Cambio stazione.
Un paio di giri dell’intera banda e mi lascio rapire da una vecchia canzone di un napoletano che non ascoltavo da tempo: “A pe isse”. La voce ferita di Enzo Avitabile mescolata a quella musica ritmata, incalzante ma dolce e il panorama da quassù del Vesuvio che si specchia in questo mare acceso e fermo, ha creato le condizione ideali per assentarmi edistaccarmi da tutto il frastuono circostante. “Ma dove aveva gli occhi Hamsik quando ha dato quella palla al Matador essendo quasi di spalle?”, “Dai, dai, che zio Edy s’intenerisce e la sua Lazio s’ammoscia”, “il piccolo Matador sarà la nuova benzina per il padre. Mi piacerebbe regalargli un bel peluche a forma di torello”…opps, uno sms. Stacco la radio. E’un messaggio del Catapo. E’a Milano. Mi scrive:”Qui si parla solo di derby. Però, come m’incontrano, mi dicono: se non ce la facciamo noi, speriamo che a vincere sarà in Napoli e non i cugini. Puozzsc**à…Ma ti rendi conto che è ancora giovedì?”…mamma mia, ha ragione, quando passa? quando torna il campionato? Quanto manca?chi è il prossimo ad entrare?”… Chiudo il telefono e torno a sedermi sul divano di pelle nera. Qui non passa un attimo. Non ho nemmeno i miei amati Sudoku. Potrei ammazzare l’attesa con un cruciverba. Sì, perché non c’ho pensato prima? In queste vecchie riviste ce ne devono essere. Eccone uno. E’sportivo. Al centro c’è la foto di Fonseca con la maglia della Roma. Era forte, mi piaceva. I 5 gol a Valencia chi se li scorda. Certo che aveva una bella dentatura, eh. Ma a proposito di incisivi, quando è il mio turno? Il ragazzino con le figurine è entrato e l’uomo in completo blu è rimasto solo. Quindi non è suo padre, perdinci. Mi toccherà aspettare anche lui. Spero non attacchi a parlare anche con me. Rimetto le cuffiette e assalgo il cruciverba. Dunque, 1 orizzontali, 4 lettere: Julio, calciatore argentino soprannominato il giardiniere. Questa è facile: Cruz. 1 verticali, 9 lettere: realizzò il gol scudetto per il Napoli nell’87… Ancora?! Ma non si può parlare d’altro? Un altro argomento? Cosa è scudetto? Cosa vuol dire scudetto?Io non so chi esso sia e che fa nella vita. Chiudo ancora una volta gli occhi e lascio che Fonseca torni a dormire nel buio delle pagine chiuse. Ma quando passano questi infiniti giorni?…
…“chi è il prossimo?”ha appena gridato l’infermiera. Finalmente il ragazzino è uscito. Si tiene le mani sulla bocca. Non mi alzo, c’è il signore prima di me. “Chi è il prossimo?”continua l’infermiera. Guardo il signore che intanto ha attaccato con un altro giovane proponendogli un’altra tabella. Capisco che è lì per perdere tempo ed entro nello studio del mio nuovo dentista.
“Carissimo Trapani, come sta? Tutto bene?Ha conosciuto il nostro ascensorista? E’malato. Parla solo del Napoli. Tutta la giornata. Deve capirlo, è il loro momento di gloria. Ma come si fa? Anche lei è tifoso? Ma si accomodi”. Mi siedo e mentre mi infila l’aspiratore in bocca aggiunge: “quest’anno sono sicuro che vinceremo sia la Champions che il campionato, anche senza Mourinho. Il Milan ormai è alla frutta e il Napoli tra un paio di giornate crollerà. Mio nipote, il ragazzino che è appena uscito è convinto che vinceranno il derby, ahah. Gli ho fatto una otturazione senza anestesia, mi sembrava il minimo visto che ha anche lasciato le sue puzzolenti figurine rossonere lì sul tavolino…eheh, ovviamente scherzo, ma lei per chi fa il tifo?”. Ha appena azionato il ronzante trapano…
…sono uscito un secondo fa tenendomi le mani sulla bocca. Ho salutato con un cenno l’ascensorista che intanto ha trovato altre orecchie da spremere e mentre scendo le scale dell’edificio(ascensore guasto), rompe per un attimo il mio dolore genigivale Mariella. Telefonicamente mi riferisce che una sua talpa le ha assicurato di una lite nello spogliatoio nei giorni scorsi, sembra tra Cannavaro e Gargano. Chiudo il cervello. Oh no. Basta, basta, basta. Ma come si fa? E ora mi tocca tornare pure in ufficio. Con la collega frustrata che mi parlerà del mani di Bovo e dei 29(27)gagliardetti. Le consiglierò il mio ex dentista interista. La sua mano fatata ammutolisce… Non ce la faccio. Non ce la faccio.
Vivere il lento tempo di queste due settimane, con il Napoli che scalpita lassù, è una tortura quotidiana che avevo dimenticato.
Quanto manca? Quanto manca? Ma la nazionale quando gioca?Ha già giocato?
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
15-05(forse).
di Gianluigi Trapani