Ho evitato accuratamente di leggere articoli, commenti e pensieri su giornali, blog e siti stamattina. So che è in corso un nuovo (vecchio) processo ed io proprio non lo reggo. Ci sarebbero tante critiche da fare riguardo la bruttissima partita di ieri. A partire dalla formazione scesa in campo, dall’approccio, dalla mentalità, dall’inconsistenza, dal non-gioco e dallo scioglimento totale dopo lo svantaggio. Se poi, invece, si vuole equiparare il disastro di San Siro all’intera stagione, io proprio non ci sto. De Laurentiis non ha tirato fuori i soldi, Mazzarri è un incompetente, il modulo è sbagliato, i giocatori non sono all’altezza, ed ecco che in un battibaleno si concretizza un processo distruttivo che per me non ha ragione di esistere. Siamo terzi, in piena zona Champions, e abbiamo accarezzato un sogno che fino all’altroieri era impensabile anche per i più ottimisti. Il tutto strameritatamente, senza aiuti o manine sottobanco. Ed è questa, a mio parere, l’unica cosa che conta.
Dopo la partita di ieri, mi preme però, fare delle considerazioni.
I tre tenori sono indispensabili e insostituibili, specie contro squadre più forti della nostra, ma una volta per tutte, io ribadisco un vecchio concetto. Senza il Pocho siamo senza anima. Avremmo perso lo stesso, per carità. Probabilmente si sarebbe mangiato due o tre gol e avrebbe sbagliato un paio di punizioni e un rigore, ma per lo meno, avremmo visto qualche ripartenza e di sicuro, Thiago Silva e Nesta, alla fine la maglietta l’avrebbero sudata. Senza Lavezzi abbiamo vinto in passato, certo, ma come? Escluso col Palermo (partita in cui si infortunò), a livello di gioco, non abbiamo mai fornito una prestazione eccelsa. Il più delle volte, ci siamo aggrappati a qualche giocata da fantascienza di Cavani (come con il Lecce o la Steaua) o ad una difesa ad oltranza per proteggere il vantaggio (come con il Genoa o il Catania).
Ma in realtà è innegabile che di Lavezzi non se ne possa fare a meno mai. Con l’Inter (che non è il mediocre Milan), giocammo una partita priva di personalità e mordente come ieri, ma per lo meno un paio di volte ci affacciammo dalle parti di Julio Cesar. Sta di fatto che tutto si può imputare al Pocho, meno il coraggio. Ed è da quello che si giudica un giocatore. E ieri, così come col Chievo, è mancato più di ogni altra cosa. Ancora una volta a Milano. O l’erba di San Siro conterrà qualche soluzione soporifera che annebbia le meningi dei nostri ragazzi?
In secondo luogo, voglio sottolineare la tempestività con la quale il signor Rocchi abbia concesso quel rigore. Appellarsi al penalty per la sconfitta è una tesi che non regge, perché dopo quell’errore madornale dell’arbitro, la squadra si è dissolta senza un briciolo di reazione. Ma, diciamocela tutta, prima di quell’episodio, il Milan non aveva mai creato grandi pericoli e visto che Cannavaro e Co. stavano reggendo alla grande contro i plurititolati avversari, solo un loro colpo di genio o un nostro errore avrebbero potuto schiodare il risultato. E invece… e invece il novello Rosetti, dopo aver giustamente salvaguardato il big-match, non espellendo il gomito di Pato, ha pensato bene di fregarsene quando c’è stato da giudicare un’azione confusa, in cui il fallo di Ibra su Cannavaro è sembrato evidente anche a Tosel, e con solerzia e tempismo ha potuto finalmente togliersi un peso dallo stomaco.
Non lo accetto il discorso del “vittimista”, ma il giorno in cui, contro qualsiasi squadra (e quindi non parlo solo del Napoli), un calciatore del Milan o dell’Inter venga estromesso dalla partita più importante dell’anno nel primo tempo per un doppio fallo di mano o venga decretato contro un rigore del genere, io chiederò scusa a tutti, anche a Byron Moreno, a Rizzoli, Rocchi, a Tosel e Palazzi. Ma so che questo non accadrà mai. Perché è così che va da sempre. Non ho avuto il coraggio di leggere la Gazzetta stamattina, ma sono sicuro che si sarà parlato di un Milan schiacciasassi e che il voto e la prestazione del signore in tenuta gialla sarà stato positivo. Se fosse accaduto il contrario, se ne sarebbe parlato per almeno 2 anni.
Infine, e non per importanza, voglio fare un elogio a tutti i sostenitori del Napoli che ieri hanno assistito al match. Straordinari. In tutti i settori dello stadio e nel nostro (eravamo più di 5000) non si è mai smesso di incitare la squadra e alla fine si è comunque applaudito i nostri ragazzi. Non dimenticando di essere sempre la terza forza del campionato. Spero che anche domenica ci sia la stessa bella e coinvolgente atmosfera di ieri al Meazza. Non quella sul terreno di gioco. E’ ovvio. Domenica c’è il Brescia, ancora senza il Pocho. C’è da reagire subito, non bisogna mollare, a partire da noi tifosi, perché ora comincia il nostro vero campionato. Perché ora è chiaro finalmente quale sia il nostro obiettivo. Ora c’è solo da restare uniti, altro che processi…
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
di Gianluigi Trapani